La rivoluzione comunista non si arresta
Mobilitazione immediata ed eccezionale a Padova, in tutto il Veneto, a livello nazionale, di tutti i compagni, di tutti i comunisti, delle organizzazioni rivoluzionarie, di tutte le strutture organizzate e di massa del movimento proletario, di tutti gli strumenti politici comunisti d’informazione.
Oggi, 7 aprile 1979, è scattata una vasta ed eccezionale operazione militare contro compagni, organizzazioni, strumenti politici del movimento comunista organizzato. Dalle prime notizie parziali, mentre viene scritto questo primo comunicato, l’operazione delle bande armate legalizzate di regime è a livello nazionale. Sono stati sequestrati molti compagni. (…) Sono stati criminalizzati i giornali del movimento, Rosso, Controinformazione, Autonomia e Metropoli con tutte le loro redazioni. L’accusa centrale è di “avere organizzato e diretto una associazione denominata Potere Operaio e altre analoghe associazioni variamente denominate collegate fra loro e riferibili tutte alla cosiddetta autonomia operaia organizzata…, inoltre per avere organizzato e diretto un’associazione denominata Brigate Rosse, costituita in banda armata con organizzazione paramilitare…”.
Gli ordini di cattura sono firmati dal P.M. Calogero Pietro – 22 ordini di cattura per banda armata e una settantina di comunicazioni giudiziarie per associazione a delinquere – noto a tutti i compagni per avere condotto, due anni fa, un’analoga operazione contro l’autonomia operaia veneta. Operazione, allora, fallita e smontata, pezzo per pezzo dall’intelligenza, dall’iniziativa dei comunisti. Compagni, occorre sconfiggere anche in questa occasione, in tutta la ricchezza del movimento, questo violento, pericoloso e idiota tentativo di annientamento fisico e organizzativo delle avanguardie operaie e proletarie. Per l’ampiezza, il blitz rappresenta il più alto colpo banditesco delle strutture armate statali di questi ultimi dieci anni. In queste ultime settimane gli strumenti di persuasione e di formazione del consenso, dalla Rai ai giornali, hanno orchestrato una campagna terroristica contro l’autonomia operaia, padovana in particolare, con lo scopo di preparare l’opinione pubblica sull’inevitabilità di una operazione preventiva di repressione contro proletari e strutture collettive “socialmente pericolose”. Dentro questo coro di fedeli servi ed esecutori delle direttive del cervello capitalistico si distinguono i piciisti. In prima linea nel richiedere misure eccezionali, senza indugi, hanno dato l’esempio spiando, denunciato compagni che hanno l’unica colpa, per loro!, di lottare per la liberazione proletaria dallo sfruttamento capitalistico. Non servono altre parole per ‘schedare’ questi individui. Il proletariato ha un’abitudine a ricordare, cari compromessi, e molta ma molta pazienza. Se in queste ore gioite perché lo Stato vi ha tolto, lo credete davvero?, dai vostri sogni inquieti e compromessi lo spettro del comunismo, della lotta comunista organizzata, dell’autonomia proletaria, diffusa e di classe, dalla logica delle regole che sovraintendono il sistema di dominio capitalistico, non vi illudete, non riuscirete, come nel passato, ad esorcizzare i comportamenti antagonisti di classe con la semplice collaborazione data alle teste di cuoio di Dalla Chiesa – di cui attendevamo l’arrivo – che da oggi scorrazzano per i territori del Veneto. Le accuse lanciate dal Calogero Pietro e da chi gli ha dato le direttive sono ridicole e provocatorie – hanno messo di tutto per potere confezionare con più credibilità possibile il loro gioco – perché sono messe sotto accusa le lotte, le forme di lotta, i comportamenti, la pratica militante che il proletariato ha costruito e organizzato dal 68 ad oggi. È questa l’accusa che noi gettiamo, con tutta la ricchezza e la superiorità politica e morale dei proletari e dei comunisti, contro i vostri uomini e le strutture che sorreggono questo sistema bestiale di sfruttamento. Compagni, la mobilitazione da oggi e per i prossimi giorni deve essere generale, complessiva. Tutte le strutture proletarie sono chiamate a esprimere l’intera articolazione del programma proletario.
Non ci sono tentennamenti che tengono. Chi si dichiara compagno, deve schierarsi, deve impegnarsi per la liberazione immediata, da subito, dei compagni arrestati, per la mobilitazione di massa, per la sconfitta delle manovre antiproletarie e anticomuniste del nemico di classe. A Calogero, alla Procura della Repubblica, alle cricche di vertice dei partiti e in particolare ai compagni di Berlinguer, all’antiterrorismo e, perché no?, al super generale Dalla Chiesa Alberto, ricordiamo che la posta in gioca questa volta è alta e che, quindi, ognuno si assuma le sue responsabilità. Seguiranno altri comunicati. Tutti i compagni devono essere rilasciati.
Avvertiamo i delinquenti della pericolosità di eventuali maltrattamenti sul fisico dei compagni arrestati. La mobilitazione nazionale e regionale sarà ininterrotta fino alla liberazione dei compagni sequestrati. Smascherare il ruolo controrivoluzionario e poliziesco dei piciisti. Senza tregua!
TUTTE LE STRUTTURE DEL MOVIMENTO COMUNISTA ORGANIZZATO VENETO
Padova, 7-4-79.