Oggi martedì 14 dicembre, alle ore 8,45, un nucleo armato dei NAP ha condotto un’azione di guerra tendente all’esecuzione del boia, capo dell’SDS del Lazio, Alfonso Noce, e con lui i suoi fedeli cani da guardia Renato Russo e Prisco Palumbo.
L’azione dal punto di vista militare è fallita per alcuni errori tecnici – militari fatti dai compagni che hanno condotto l’operazione.
Questi errori sono stati pagati con il fallimento dell’azione stessa e con la perdita del compagno combattente Martino Zichittella.
L’operazione contro il capo dell’SDS del Lazio è scaturita dalla necessità politica di attaccare lo Stato imperialista delle Multinazionali che oggi più che in passato sta accentuando la sua dittatura sulla classe operaia terrorizzandola con gli assassini e gli arresti di massa e con i licenziamenti.
L’SDS è il corpo di polizia speciale che da anni, agendo sotto sigle diverse si è distinto nella repressione più brutale delle avanguardie comuniste combattenti e del movimento in generale.
Questo processo terroristico vede impegnato in prima persona come ideatore il ministro di polizia Cossiga e quali esecutori materiali Santillo, Noce ed i vari capi di tale apparato poliziesco.
In particolare Noce è il mandante dell’assassinio della meravigliosa compagna Annamaria Mantini. Fu lui infatti ad armare la mano del killer di turno AntoninoTuzzolino facendo promessa di un avanzamento di grado, un premio in denaro e la copertura giudiziaria della magistratura.
Nel progetto terroristico dello Stato si inseriscono a fianco dell’SDS molti giudici e magistrati, poliziotti che forniscono una parvenza di legalità sugli omicidi coprendo le stragi, facendo sequestraree rinchiudere nei lager di Stato i compagni combattenti.
Contro questi porci che credono di poter svolgere la loro infame attività di carcerieri ed assassini come pensano di fare a Napoli al processo ai nostri militanti, va intensificata la lotta.
La Rivoluzione proletaria nonpuò essere giudicata in un tribunale dello Stato borghese.
Chiunque crede di poterlo fare si assicurerà non denaro o rapida carriera ma la condanna che il proletariato e le sue avanguardie riterranno più giuste.
Martino Zichittella, Sergio Romeo, sono compagni che sono maturati politicamente in carcere, sono la punta di diamante e punto di riferimento delle lotte dei detenuti e l’espressione più alta che il movimento stesso ha saputo esprimere negli ultimi anni. Martino in carcere, con la sua militanza è potuto essere un’avanguardia politico – militare complessiva preparando il 9 maggio 1975 l’operazione Viterbo – Di Gennaro con la quale portò l’Organizzazione a misurarsi in uno dei più alti livelli di scontro con lo Stato borghese e fascista. Solo dopo quell’esperienza poté preparare ad Agosto l’operazione di Lecce con la quale portò alla liberazione altri compagni e vari proletari.
In quest’ultima operazione le sue capacità politico militari sono state determinanti per la preparazione e l’esecuzione dell’azione stessa.
Ma, come già detto, la buona riuscita dell’azione è stata impedita da errori tecnici – militari.
Noce, Dell’Anno, Tuzzolino, la condanna a morte che i proletari hanno sentenziato è stata soltanto rinviata.
I proletari hanno tanta pazienza e lunga memoria.
ONORE AL COMPAGNO MARTINO MILITANTE COMUNISTA COMBATTENTE.
IL MITRA CHE TI È CADUTO ALTRE MANI LO HANNO GIA’ IMPUGNATO.
LOTTA ARMATA PER IL COMUNISMO
PORTARE L’ATTACCO AL CUORE DELLO STATO
NUCLEO “29 OTTOBRE”
Dicembre 1976
Un pensiero su “Rivendicazione azione contro Alfonso Noce”