Come militanti comunisti inquisiti a seguito del blitz repressivo del 12 febbraio 2007 abbiamo denunciato oggi, 19 dicembre 2007, in occasione dell’udienza preliminare del processo che ci vede imputati di associazione sovversiva, l’uso dell’isolamento come arma di repressione nei confronti di prigionieri politici.
Questa forma di tortura bianca, utilizzata dagli stati democratici e da essi variamente giustificata e camuffata, si associa a forme più violente e clandestine promosse in particolare dagli imperialisti USA nella loro guerra sporca contro le nazioni oppresse e i militanti antimperialisti; come si è reso evidente nel caso delle “extraordinary rendition” e delle carceri segrete allestite in giro per il mondo.
Per non parlare dei casi più eclatanti di Guantanamo e Abu Graib. Questa è una delle manifestazioni tra le più orripilanti della crisi a cui è giunto il capitalismo nella sua fase imperialista.
Da parte nostra, oltre che politicamente, ci sentiamo concretamente coinvolti, visti i lunghi periodi di isolamento da noi subiti e visto il fatto che a tutt’oggi, a più di 10 mesi dall’arresto, alcuni di noi subiscono ancora un regime di isolamento.
Per questo iniziamo uno sciopero della fame con l’obiettivo di far cessare questa situazione di isolamento che riguarda alcuni di noi, ed in adesione alla campagna internazionale contro l’isolamento lanciata dalle organizzazioni di appoggio ai rivoluzionari prigionieri in tutta Europa, Turchia e Kurdistan.
Militanti per la costituzione del Partito Comunista Politico-Militare e altri Militanti Comunisti
milano 19/12/2007