Intendo ribadire che le armi per le BR per la costruzione del PCC non sono altro che strumenti che permettono di portare avanti l’attività politico-militare idonea ad attaccare lo Stato e conquistare il potere politico.
Un’attività che, da come si è evidenziato in 20 anni di prassi rivoluzionaria nel nostro paese, si è sviluppata e si sviluppa sul terreno strategico della Lotta Armata, cioè sull’unità indissolubile del piano politico e del piano militare; terreno questo che si è dimostrato l’unico adeguato (per le Forze Rivoluzionarie) per essere incisivi nello scontro contro lo Stato.
I mutamenti verificatisi sia sul piano economico-sociale che su quello storico-politico, provocati dallo sviluppo dell’imperialismo, sono la base oggettiva dell’affermarsi della guerriglia.
La nuova condizione entro cui sviluppare e collocare è data da una parte dalle nuove forme di dominio che con l’affermarsi della controrivoluzione preventiva rende ancora più complesso e mistificato il rapporto tra classe e stato, dall’altra da un elevato grado di integrazione politico-militare fra gli Stati della catena imperialista.
È evidente quindi che la strategia della Lotta Armata è l’unico terreno adeguato allo scontro con lo Stato.
A partire dal dato strategico della Lotta Armata le BR per la costruzione del PCC fanno dell’asse classe/Stato l’elemento di programma principale su cui costruiscono i termini dell’organizzazione di classe sulla Lotta Armata.
In precedenza la visione schematica dello Stato, visto come una sommatoria di apparati (politici, burocratici, e militari) derivata da una visione semplificata del susseguirsi delle fasi rivoluzionarie che compongono lo scontro di classe, riducendolo a due sole fasi, quella di accumulo di capitale rivoluzionario, e quella del successivo dispiegamento di esse (delle forze accumulate) nella fase della guerra civile, si traduceva nell’attacco disarticolante dei centri (periferici e centrali) della macchina statale equiparandoli tutti sullo stesso piano.
L’esperienza acquisita dalle BR ha fatto sì che si ricentrasse da un lato lo sviluppo dell’altalenarsi delle fasi rivoluzionarie nel prosieguo discontinuo dello scontro, dall’altro ha altresì favorito la giusta collocazione della funzione dello Stato che necessariamente centralizza, nella sede politica, la funzionalità dei suoi apparati.
Per questi motivi l’attacco al cuore dello Stato va inteso nel giusto criterio che si è maturato nella pratica come capacità di riferirsi alla centralità, selezione e calibramento dell’attacco:
– per centralità si intende l’individuazione del progetto politico centrale della borghesia all’interno della contraddizione dominante che oppone le classi;
– per selezione si intende l’individuazione del personale che nel progetto politico assume una funzione di equilibrio delle forze che sostengono il progetto;
– per calibramento il senso è calibrare l’attacco tenendo conto il grado di approfondimento dello scontro allo Stato di aggregazione-assestamento delle forze proletarie e rivoluzionarie e allo stato dei rapporti di forza generali sia interni al paese che negli equilibri internazionali tra imperialismo e antimperialismo.
Altro momento programmatico su cui si costruiscono i termini della guerra di classe è l’antimperialismo. L’antimperialismo per le BR si concretizza nel contributo alla costruzione-consolidamento del Fronte Combattente Antimperialista quale “organismo adeguato” a misurarsi contro le politiche centrali dell’imperialismo.
Stante l’attuale grado di integrazione della catena imperialista e i conseguenti livelli di coesione politico-militari, è necessario indebolire, ridimensionare l’imperialismo in questa area geopolitica per far avanzare il processo rivoluzionario.
Insomma per la guerriglia del centro imperialista si tratta di attualizzare l’internazionalismo proletario in una nuova strategia politica adeguata alle condizioni dello scontro nella metropoli imperialista.
Altresì ciò non va inteso come la semplificazione del quadro di scontro di internazionale subordinando il piano classe/Stato al piano dell’antimperialismo. Questo perché lo specifico percorso rivoluzionario necessariamente si sviluppa dentro ogni singolo stato ed è segnato dalle peculiarità storiche e politiche del contesto nazionale della lotta di classe.
Quindi farsi carico della politica di Fronte significa lavorare a concretizzare in successivi momenti di unità l’attacco all’imperialismo all’interno del criterio politico che l’attività di Fronte non deve essere impedita dalle specificità di analisi e di concezioni politiche delle diverse forze rivoluzionarie che vi lavorano. Nel quadro dell’attività di costruzione/rafforzamento del FCA in quanto militante delle BR per la costruzione del PCC rivendico l’iniziativa politico-militare fatta dalla RAF contro A. Herrhausen evidenziandone la sua centralità in rapporto alle politiche di coesione in Europa Occidentale che sono tutte interne al rafforzamento della catena imperialista.
Al livello dell’organizzazione di classe sulla Lotta Armata i termini che scaturiscono dalla fase di ricostruzione si esplicano sul duplice piano di lavoro, costruzione/formazione e sono tesi a ricostruire nel tessuto di classe i livelli di riorganizzazione delle forze proletarie e rivoluzionarie in modo da disporle adeguatamente dentro lo scontro con lo Stato. La fase di ricostruzione è termine prioritario nel mutamento dei rapporti di forza tra campo proletario e Stato e si pone come un tassello fondamentale per la ricostruzione dei livelli politico-militari che costruiscono i termini di avanzamento della guerra di classe di lunga durata.
– Attaccare e disarticolare il progetto controrivoluzionario e antiproletario di rifunzionalizzazione dello Stato.
– Costruire e organizzare i termini attuali della guerra di classe.
– Attaccare le linee centrali della coesione dell’Europa Occidentale e i progetti imperialisti di normalizzazione dell’area mediorientale che passano sulla pelle dei popoli palestinese e libanese.
– Lavorare alle alleanze necessarie per la costruzione/consolidamento del Fronte Combattente Antimperialista per indebolire e ridimensionare l’imperialismo nell’area geopolitica.
– Onore ai rivoluzionari antimperialisti caduti.
Il militante delle BR per la costruzione del PCC – Giuseppe Armante
Napoli, 28 febbraio 1990