Il processo per “insurrezione” si configura come un momento della politica controrivoluzionaria dello stato ed aspira ad essere un processo alla guerriglia, alle Brigate Rosse, all’esistenza stessa di una progettualità rivoluzionaria.
Abbiamo già dichiarato che la nostra posizione in questo processo è quella di militanti prigionieri delle Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente e perciò siamo qui unicamente per sostenere la linea, la pratica e il progetto rivoluzionario della nostra organizzazione.
Oggi, nelle nuove condizioni imposte dallo scontro di classe a livello interno ed internazionale, la costruzione ed il consolidamento del Fronte Combattente Antimperialista nell’area (Europa occidentale, Mediterraneo, Medio oriente) è parte integrante della linea e della pratica delle BR/PCC.
Indebolire e destabilizzare l’imperialismo vuol dire creare le condizioni per lo sviluppo dei processi rivoluzionari nell’area. Per questo motivo la RAF e le BR hanno stabilito un’unità d’azione ed hanno diffuso una dichiarazione comune, che espone i contenuti politici e programmatici della convergenza raggiunta e testimonia del livello di maturità conseguito dalle forze rivoluzionarie che combattono in quest’area.
Sulla base delle direttrici fondamentali di questa dichiarazione comune la nostra organizzazione, le BR/PCC, opera per stabilire più ampi livelli di alleanza antimperialsta con le forze rivoluzionarie.
I militanti delle Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente – Sandro Padula, Francesco Sincich
Roma, 4.4.89
Riportiamo qui di seguito la dichiarazione comune RAF/BR-PCC.
Per le forze rivoluzionarie il salto alla politica del fronte per portare lo scontro alla durezza necessaria è necessario e possibile.
Per questo è necessario che tutte le posizioni ideologiche-dogmatiche che ancora oggi esistono all’interno delle forze combattenti e dei movimenti rivoluzionari in Europa occidentale siano combattute e sconfitte, perché dividono i combattenti e perché queste posizioni non possono raggiungere il livello di cui c’è bisogno per portare le lotte e gli attacchi alla durezza politica necessaria.
Le differenze storiche nello sviluppo e nell’impianto politico delle singole organizzazioni, le differenze (secondarie) nell’analisi eccetera, non possono e non devono essere d’ostacolo alla necessaria unificazione delle molteplici lotte e delle attività antimperialiste in un attacco cosciente e mirato al potere imperialista.
Non si va verso la fusione delle singole organizzazioni in un’unica organizzazione: il fronte in Europa occidentale si sviluppa in un processo di conoscenza diretto e organizzato, sulla base dell’attacco pratico, in questo maturano i momenti più stretti di unità tra le forze combattenti.
L’organizzazione del fronte rivoluzionario combattente significa organizzazione dell’attacco, non è né una categoria ideologica, né un modello rivoluzionario. Al contrario si dirige verso lo sviluppo della forza politica e pratica che combatte adeguatamente il potere imperialista, che approfondisce la frattura nella metropoli imperialista e matura un salto di qualità della lotta proletaria.
La nostra esperienza comune dimostra come sulla base della decisione soggettiva è possibile per ogni organizzazione, nonostante le differenze e contraddizioni esistenti, sviluppare in avanti il fronte; nella discussione comune noi non abbiamo mai perso d’occhio l’elemento unitario dell’attacco contro l’imperialismo.
L’Europa occidentale è punto cardine nello scontro tra proletariato internazionale e borghesia imperialista.
L’Europa occidentale è per il suo carattere storico, politico e geografico il punto in cui si intersecano le tre linee di demarcazione: Stato/società, Nord/Sud, Est/Ovest.
L’aggravamento della crisi del sistema imperialista e la diminuzione della potenza economica degli Usa sono i motivi principali che, insieme con altri fattori politici, portano a una relativa perdita di peso politico degli Usa e che spingono avanti lo sviluppo del processo di integrazione economica, politica e militare del sistema nel suo insieme.
In questo contesto aumenta la funzione dell’Europa occidentale nel management imperialista della crisi.
Sul piano economico: l’Europa occidentale esplica un piano di politica economica organico all’interno del management imperialista delle crisi come cuscinetto e supporto contro le contraddizioni economiche;
– sul piano militare: l’accelerazione dell’integrazione politico-militare all’interno della Nato con il progetto di riarmo politico economico nella nuova strategia militare imperialista per il confronto con l’Est e con interventi politico-militari integrati contro i conflitti che si acutizzano nel Terzo mondo, in prima linea contro la regione di crisi del Medio oriente;
– sul piano controrivoluzionario: il riarmo e l’integrazione delle polizie e dei servizi segreti contro lo sviluppo del fronte rivoluzionario, contro le lotte rivoluzionarie nel loro complesso e contro l’allargamento e l’inasprimento degli antagonismi di massa; la riorganizzazione e l’integrazione per l’intervento politico mirato contro la guerriglia, per esempio il progetto di “soluzione politica” in diversi paesi dell’Europa occidentale;
– sul piano politico-diplomatico: i progetti di “dialogo politico” per disinnescare i conflitti e consolidare la posizione di forza imperialista.
Queste iniziative hanno anche la funzione di intensificare il processo di formazione politica dell’Europa occidentale all’interno del sistema nel suo complesso. Questi piani sono legati tra loro e spingono in avanti la formazione politica dell’Europa occidentale; un movimento da cui nessun paese è escluso.
Nessuna forza rivoluzionaria combattente, nella sua attività rivoluzionaria, deve trascurare questi fatti.
Questi elementi politici formano il quadro nel quale il fronte in Europa occidentale è necessario e possibile.
Il livello storicamente raggiunto dalla controrivoluzione imperialista ha mutato sostanzialmente il rapporto nel confronto tra imperialismo e forze rivoluzionarie. Ciò significa essere coscienti del crescente peso della soggettività nello scontro di classe e di ciò, che il terreno rivoluzionario non può essere puro riflesso delle condizioni oggettive.
L’attacco del fronte europeo occidentale all’attuale progetto strategico della formazione politica, economica e militare dell’Europa occidentale mira all’indebolimento del sistema imperialista per determinare un’ampia crisi politica.
La nostra offensiva comune si dirige:
– contro: la formazione della politica economica e monetaria dell’Europa occidentale, che è concepita nel sistema imperialista nel suo insieme come cuscinetto e supporto contro l’acuta erosione economica e che, in coordinamento con la politica degli Usa e del Giappone sulla pelle delle masse nella metropoli e nel Terzo mondo, vuole imporre gli interessi di profitto e di potere delle banche e dei consorzi multinazionali e che vuole impedire il crollo del sistema finanziario internazionale;
– contro: la politica della formazione dell’Europa occidentale, che mira al rafforzamento delle posizioni imperialiste, come l’attuale intervento nella regione del Medio oriente sulla pelle dei popoli palestinese e libanese per stabilizzare questa regione.
L’attacco unificato alle linee strategiche della formazione dell’Europa occidentale scuote il potere imperialista.
Organizzare la lotta armata in Europa occidentale.
Costruire l’unità delle forze rivoluzionarie combattenti nell’attacco: organizzare il fronte.
Lottare insieme.
Rote Armee Fraktion – Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente
Settembre 1988