Comunicato n.6. Rivendicazione dell’attacco alla Pirelli di Lainate

5 Febbraio 1971

Piazza Fontana, Pinelli, poliziotti che sparano, compagni in galera, Della Torre e tanti altri licenziati, squadracce fasciste protette dalla polizia, giudici-politicanti-governanti, servi dei padroni…

Questi sono gli strumenti della violenza che i padroni riversano contro la classe operaia per spremerla sempre di più.

Chiederci di lottare rispettando le leggi dei padroni é come chiederci di tagliarci i coglioni!

Ma una cosa é certa: indietro non si torna! Continueremo con forme di lotta più avanzate sulla strada già intrapresa: attacco alla produzione, molto danno per il padrone, poca spesa per noi.

E su questa strada abbiamo già cominciato a muovere i primi passi.

Lunedì notte 26 Gennaio, sulla pista prova-pneumatici di Lainate, tre camion di Pirelli sono bruciati. 20 milioni andati in fumo!

Da un punto di vista “tecnico”, questa azione non é stata eccellente e altri 5 camion sono rimasti indenni. Ma sbagliando si impara e la prossima volta sapremo far meglio…

I padroni hanno fatto male i loro conti. L’intensificarsi della loro violenza, non può che far crescere l’intensità del nostro attacco. Finché non ritireranno il provvedimento e ci restituiranno i soldi che ci hanno rubato, i loro conti certamente non torneranno…

A Milano, A Roma, a Trento, a Reggio Calabria i padroni adoperano polizia e fascisti armati.

Cortei, ordini del giorno, solidarietà e petizioni varie, possono solo portarci alla sconfitta.

Abbiamo iniziato a colpire persone e “cose”. Un porco del padrone, Pellegrini, lo abbiamo costretto a licenziarsi. Qualche altro porco giustamente si caga addosso.

Deve essere ben chiaro: continueremo su questa strada!

Perché anche Mac Mahon?

Il padrone che ci spreme in fabbrica é lo stesso padrone che ci aumenta il costo della vita, che non ci permette di avere una casa decente se non rubandoci quei pochi soldi che gli strappiamo con dure lotte.

Quelle famiglie costrette a occupare le case in via Mac Mahon, già pagate con i loro contributi, lo hanno fatto per togliere loro ed i loro figli dalle baracche malsane dei famigerati “centri sfrattati”.

Il padrone gli ha risposto trattandoli con la violenza dei manganelli e dei lacrimogeni della polizia.

A Lainate é stato colpito lo stesso padrone che ci sfrutta in fabbrica e ci rende la vita insopportabile fuori.

Chi sono i provocatori?

Provocatori sono sempre i padroni.

Provocatore é Leopoldo Pirelli, via Borgonuovo n.18, tel. 651.421 – Milano, il quale illudendosi di stroncare il movimento di lotta che colpisce con sempre maggiore forza il suo potere ha dato fuoco ai magazzini di Bicocca e Settimo Torinese.

Egli spera così di prendere due piccioni con una fava: stroncare il movimento di lotta addossandogli responsabilità che non ha e farsi ripagare dall’assicurazione nuovi capannoni.

La provocazione é un’arma che i padroni non smetteranno mai di usare.

Ma non si illudano i padroni e i loro “utili idioti”, perché la classe operaia sa ormai distinguere chiaramente tra la giusta violenza del proletariato in lotta e la ottusa violenza criminale dei padroni!

Per la rivoluzione comunista.

BRIGATA ROSSA

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