Della Torre, meccanico. Un buon compagno: uno dei nostri, 50 anni, 2 figli. Quadro di punta della CGIL. 25 anni di attività sindacale. Comandante partigiano. Tirava le lotte. Lo hanno licenziato. Lo hanno fatto in due: i padroni prima, i sindacati poi. Questo licenziamento ci riguarda tutti. Non è un fatto privato, È UNA LINEA POLITICA vigliacca che tende a colpire tutti gli operai in lotta. Se passa senza una decisa risposta di tutta la fabbrica unita, se passa su una resa a basso prezzo dei sindacati e sulle nostre spalle, allora Pirelli e soci avranno via libera, d’ora in poi, per sbarazzarsi di chiunque alzi la testa per affermare i suoi diritti.
Nel primo comunicato che abbiamo diffuso, si diceva: “per ogni compagno che colpiranno durante la lotta, qualcuno di loro dovrà pagarla.”
Un compagno è stato colpito.
E così uno di loro, precisamente “il primo della lista” (come hanno suggerito molti operai in fabbrica) si è trovato la macchina distrutta.
Ma non è finita.
Abbiamo detto infatti che “per un occhio, due occhi…” e la 850 dello spione Ermanno Pellegrini… è per noi molto, ma molto meno di un occhio. Senza contare poi che la sua vera macchina è una giulia 1300 junior GT bianca che da un po’ di tempo “inspiegabilmente” tiene gelosamente custodita nel suo garage.
Ma noi abbiamo pazienza…!
A meno che lo spione Pellegrini SI LICENZI e allora può essere che il Tribunale del Popolo gli concederà grazia. Comunque Della Torre deve rientrare, rientrare al lavoro per continuare la lotta di tutti gli sfruttati contro i padroni. Collette, avvocati gentilmente offerti dal sindacato, solidarietà, non bastano. Perciò fino a che Della Torre non tornerà con noi, la partita tra noi operai tutti e i servi e gli aguzzini del padrone non si deve chiudere e non si chiuderà. La lista è lunga, la fantasia non manca.
Per la rivoluzione comunista.
Brigata Rossa
Dicembre 1970
Fonte: Soccorso Rosso, Brigate Rosse, Feltrinelli, Milano 1976
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