Noi portiamo un nuovo mondo qui, nei nostri cuori.
Quel mondo sta crescendo in questo istante.
B. Durruti
Milano – Nella notte fra domenica e lunedì con due esplosioni abbiamo cercato di stanare la sbirraglia del lager di S. Vittore in solidarietà:
– con gli anarchici detenuti in Italia, Svizzera, Spagna e Germania
– con quanti lottano nei moduli FIES delle prigioni spagnole
– con quanti subiscono torture e violenze quotidiane nelle carceri
Con questo attacco vogliamo aderire alla campagna di lotta contro carceri e carcerieri lanciata dalle Cellule Armate per la Solidarietà Internazionale/FAI e rispondere alla chiamata alla solidarietà con i prigionieri anarchici in Italia e Germania. Non è nostra intenzione dilungarci qui sulla necessità di distruggere tutte le carceri, pilastri del sistema repressivo necessario a mantenere una società basata su autorità e sfruttamento. Esse assieme a sbirri, magistrati e soldati sono il baluardo fortificato dietro cui i potenti stanno asserragliati, qualsiasi sbrecciatura gli sfruttati creino in questi muri ne avvicina la demolizione. Il nostro rifiuto di quel coacervo di cemento e dolore che sono le galere non ammette mediazioni così come la nostra dinamite non fa distinzioni tra guardie più o meno buone, più o meno coscienti dell’infamia rappresentata dalla divisa che indossano. Noi colpiamo tra quell’ammasso di appendici umane ad un mazzo di chiavi e ad un paio di manette, come la repressione colpisce nel mucchio dei compagni anarchici. In riferimento all’operazione “Cervantes” che ci ha chiamato in causa, direttamente e confusamente, vogliamo fare un po’ di chiarezza. I magistrati elencano una lunghissima serie di attacchi contro il dominio avvenuti negli ultimi anni, alcuni rivendicati da differente gruppi, alcuni anonimi unificandoli come tutti riconducibili alla FAI, attribuendogli in tal modo d’ufficio un’appartenenza appetibile ai fini repressivi. A tali miseri figuri dalle capacità intellettive sostituite da un chiavistello l’invito a riprendere in mano la grammatica, indi ridare un’occhiata a quanto abbiamo scritto nel documento “lettera aperta al movimento anarchico e antiautoritario” in cui spiegavamo i motivi della nascita della FAI piuttosto che dar sfogo ai loro istinti forcaioli. Ai compagni e ai ribelli ancora una volta ribadiamo che le azioni della FAI sono solo quelle fatte da coloro che ne condividono il progetto e scelgono di firmarle anche come tali. La struttura minima che ci siamo dati assieme ad altri compagni non ha mire egemoniche, qualsiasi tensione accentratrice ed autoritaria è lontana dalla nostra etica anarchica. E’ uno strumento utile a moltiplicare i percorsi e l’intensità dell’attacco. Non è nostro interesse contribuire a creare un forte gruppo a cui, ammirati o intimoriti, si guardi a distanza; cerchiamo di intrecciare i fili della rivolta concorrendo a tenere aperta la possibilità della rivoluzione sociale.
LIBERTA’ PER TUTTI I RIVOLUZIONARI PRIGIONIERI!!!
FUOCO ALLE CARCERI E AI CARCERIERI!!!
LA RIVOLTA È CONTAGIOSA E RIPRODUCIBILE!!!
N.B.: Invitiamo calorosamente, per evitare spiacevoli conseguenze, pompieri, personale medico e di pronto soccorso, curiosi e passanti, proprietari di auto troppo apprensivi, ecc., a tenersi alla larga da dove esplodono e/o si incendiano auto, moto, bici et similia, specie in prossimità degli edifici del dominio. Lasciate che siano solo le forze dell’ordine ad avvicinarsi, se proprio scoppiano dalla curiosità di vedere che succede.
FAI/Solidarietà Internazionale
Novembre 2004
1° cestino – Portavivande con polvere nera
2° cestino – Caffettiera con parte superiore segata ripiena di dinamite