1974
Aprile
Comunicato alle Br in occasione del sequestro Sossi
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Messaggio dei Gap alle Br in occasione del sequestro Sossi
Compagni delle BR
Per i boia e gli oppressori non occorrono processi: la sentenza, segnata dalla loro stessa esistenza di infami al servizio del potere è una sola, ed ogni proletario, ogni rivoluzionario la conosce, la fa propria, è chiamato ad eseguirla: la morte a chi ci priva della vita e della libertà, la soppressione immediata di chi ci sopprime giorno per giorno. Per Mario Sossi non occorrono processi. A questo famigerato fascista implacabile persecutore del proletariato e delle sue organizzazioni la sinistra rivoluzionaria ha risposto BASTA; ora bisogna scrivere FINE. Ma nelle carceri dello Stato che Sossi ha servito fedelmente sono ancora rinchiusi coloro che per essersi liberati allo sfruttamento dei padroni sono stati condannati ad anni ed anni di galera come monito per tutti gli altri rivoluzionari. Ci riferiamo soprattutto ai nostri compagni del G.A.P. XXII Ottobre: essi non desiderano la libertà più di quanto la desideri ogni uomo che ne venga privato: essi sopportano il carcere con il coraggio e la dignità di chi ha compiuto il proprio dovere rivoluzionario. A una libertà che non fosse di tutti forse potrebbero anche rinunciare, ma proprio affinché possano continuare a lottare per la libertà dallo sfruttamento capitalistico noi dobbiamo strapparli alla galera, restituirli al loro impegno di combattenti nella lotta di classe, esigere quindi la loro liberazione. Per questo, solo in cambio di questo, l’eliminazione di un aguzzino può essere sospesa o rinviata, solo così l’attacco allo Stato e alle sue istituzioni diviene effettivo e quindi oggi questo vi chiediamo, che la parola d’ordine sia una sola FUORI ROSSI O A MORTE SOSSI.
Compagni delle BR ogni altra soluzione sarebbe oltre che una scelta ingiusta un errore politico, una sconfitta, perché conforterebbe nel nemico il sospetto che la lotta armata sia destinata a restare ancora per molto un simbolo che non porta risultati concreti.
Chiediamo pertanto, in cambio del rilascio del magistrato fascista Mario Sossi, la liberazione dei compagni: Mario Rossi, Giuseppe Battaglia, Augusto Viel, Rinaldo Fiorani, Aldo De Scisciolo, Cesare Maino, Gino Piccardo, Silvio Malagoli e, in considerazione del suo stato di salute, di Adolfo Sanguineti.
I GAP Genovesi
Fatto pervenire il 24 aprile 1974
Gruppi di azione partigiana (Gap)
I Gruppi d’azione partigiana sono stati la prima organizzazione armata clandestina del ciclo di lotte seguito al biennio 1968-1969. Essi compaiono sulla scena italiana tra l’aprile e il maggio del 1970. La sigla può indurre errori di valutazione. Molti infatti hanno creduto di cogliere nell’analogia che essa presenta con i Gruppi d’Azione Patriottica (attivi nella Resistenza) una certa indicazione nostalgica di ancoraggio alle tematiche resistenziali. In questa chiave i Gap sono stati interpretati come una formazione preoccupata, più che altro, di fronteggiare il pericolo golpista che, agli inizi degli anni ’70, minacciava le istituzioni democratiche del nostro paese.
La chiave interpretativa sopra esposta non risponde alla realtà dei fatti. Ciò del resto è stato dichiarato anche al processo contro i Gap da alcuni imputati: “Si è detto che Giangiacomo Feltrinelli inseguiva l’allucinazione di un ‘golpe fascista’, e che il suo discorso si risolveva di conseguenza nel riproporre meccanicamente una frusta tematica resistenziale. Questo è completamente falso’’ (Comunicato n. 4, Milano 31-3-79).
La preoccupazione di un colpo di stato, peraltro, in quegli anni fu reale e non a caso condivisa, in forme più o meno esplicite, da tutta la sinistra italiana, compresa quella partitica e parlamentare.
Peculiare ai Gap era la visione unitaria degli apporti che, a livello mondiale, movimenti, gruppi, partiti o stati fornivano al processo rivoluzionario. In questo grande quadro, l’Unione Sovietica, veniva percepita come un retroterra strategico essenziale.
In ciò i Gap si differenziavano sensibilmente da altre nascenti formazioni rivoluzionarie quali, ad esempio, la Rote Armee Fraktion (RAF) operante nella Repubblica Federale Tedesca, la Nouvelle Résistance Populaire di Parigi, o, in Italia, le Brigate Rosse o Potere Operaio.
Sin dalla loro nascita i Gap operarono per propagandare, in Italia ed in Europa, i fondamenti strategici ed i principi organizzativi della guerriglia urbana. Quest’ultima, veniva immaginata entro il quadro di riferimenti proprio delle teorie “fochiste”. In definitiva, i Gap si proposero come “fuochi guerriglieri” autonomi, con funzioni di avanguardia rispetto ai movimenti dì massa e di appoggio esterno alle loro lotte.
Furono i Gap, per iniziativa specifica di Giangiacomo Feltrinelli, a far conoscere, in Italia ed in Europa, molti documenti fondamentali delle più importanti formazioni guerrigliere latinoamericane.
Tra il settembre e l’ottobre del 1970, a Milano, i Gap attuano alcune azioni di sabotaggio contro impianti di cantieri edili in cui erano avvenuti incidenti mortali sul lavoro. Nelle rivendicazioni essi assumono la denominazione Gap – Brigata Valentino Canossi, in ricordo di un operaio edile morto sul lavoro.
Il 2 aprile 1972 ad Amburgo, in Germania, Monika Hertl uccide il console boliviano Roberto Quintanilla, ex capo della polizia del suo paese. Nella rivendicazione, Quintanilla venne indicato come responsabile della cattura e dell’uccisione di Ernesto “Che” Guevara.
Quintanilla, aveva avuto parte anche nell’arresto, in Bolivia, di Giangiacomo Feltrinelli quando, nel 1967, egli s’era recato in quel paese per richiedere e sostenere la liberazione di Regis Debray. Feltrinelli collaborò direttamente alla progettazione dell’attentato contro Roberto Quintanilla e fornì l’arma di cui Monika Hertl si servì.
Tra la fine del 1970 e l’inizio del 1971 i Gap si procurano un certo numero di radio modificate per interferire sui canali delle reti nazionali. Loro intendimento è quello di incoraggiare altri raggruppamenti al loro impiego. In tale prospettiva essi stringono accordi di collaborazione con aggregazioni locali in varie città. In particolare a Trento, Genova, Torino e Milano.
Giangiacomo Feltrinelli muore nella notte del 14 marzo 1972 – in località “Cascina Nuova” nei pressi di Segrate, a Milano – a causa dello scoppio accidentale di un ordigno, da lui confezionato, che stava collocando sul montante di un traliccio.
Con questa azione i Gap si proponevano di creare un black-out in alcuni quartieri di Milano. Ciò era inteso come manifestazione d’appoggio al movimento che pochi giorni prima, l’11 marzo 1972, s’era scontrato, con inedita ampiezza e determinazione, con le forze dell’ordine.
Il 15 aprile 1972, con l’arresto di due suoi militanti, la storia dei GAP si conclude.
Per l’organizzazione Gruppi d’azione partigiana sono state inquisite 65 persone.
Scheda tratta da: Progetto memoria, La mappa perduta, Sensibili alle foglie, Roma 1994.