A tutto il movimento rivoluzionario.
I fatti di questi giorni, successivi alla liberazione da parte della borghesia del boia Dozier, impongono un’attenta riflessione ed un bilancio che permetta di ridefinire e continuare, con la forza necessaria, l’iniziativa rivoluzionaria sul programma generale di congiuntura.
L’attacco portato dalla guerriglia alla struttura portante della guerra imperialista, la Nato, il più alto attacco mai portato all’imperialismo: la guerriglia che cattura un generale dell’esercito Usa! Non lo possono certo cancellare con un blitz, con una battaglia vinta dalla borghesia imperialista.
Le parole d’ordine: “costruzione del fronte combattente antimperialista” ; “distruzione del carcere imperialista e liberazione del proletario prigioniero internazionale”, non sono e non possono essere annullate perché vivono nelle lotte del proletariato metropolitano italiano ed europeo, e nelle lotte dei popoli oppressi dall’imperialismo.
La chiarezza e i contenuti rivoluzionari della cattura-processo al boia Dozier che ha segnato la campagna sul programma generale di congiuntura, rappresentano nello scenario internazionale dello scontro di classe, i punti più alti su cui avanzare per la costruzione della nuova società fondata sulle aspirazioni di milioni di proletari che vogliono essere liberi dalla schiavitù del lavoro salariato e dal giogo dell’imperialismo.
Può essere annientato il movimento di massa antagonista che in questi mesi è sceso in piazza contro la guerra imperialista? Può essere sradicata la coscienza che solo la guerra civile antimperialista può affossare la guerra imperialista? Può essere eliminato con un colpo di mano il terreno di lotta su cui far vivere anche parole d’ordine come “ fuori la Nato dall’Italia” e “ via i missili da Comiso”?
Tutto ciò fa parte del patrimonio di dieci anni di lotte proletarie, a cui la borghesia risponde con un solo modo: accelerazioni della guerra imperialista, il cui costo economico, politico e militare lo deve pagare il proletariato.
Compagni,
per tutti questi 42 giorni la borghesia e l’esercito più forte del mondo hanno tentato di risolvere le contraddizioni che l’iniziativa rivoluzionaria aveva aperto, presentando lo scontro di classe come guerra privata tra le Occ e lo Stato, con i vari inviti alla trattativa, con la solita tattica di ‘svalorizzare il prigioniero’, con l’utilizzo convulso dei mass-media… “ Il generale non parla”… “ Il generale non è poi tanto importante”… “Il governo non cede al ricatto”.
Intanto… veniva introdotta la pratica della taglia, senza che il governo avesse la forza di rivendicarla né smentirla. Proponevano l’utilizzo dell’esercito in funzioni di ordine pubblico, e doveva intervenire Capuzzo a dire che ciò avrebbe prodotto guasti e contraddizioni piuttosto che risolto i problemi. Per la prima volta nella storia delle cosiddette democrazie costituzionali si varavano leggi segrete, e Spadolini tanto ridicolo per quanto laido si affannava a dire che non è vero, ma che… l’iter delle leggi segrete va avanti e il governo se ne assume la piena responsabilità!
Certo, signori della guerra, avete la piena responsabilità di aver scatenato la guerra civile antiproletaria, di questa responsabilità dovete rispondere, e per questo dovete pagare, di fronte a tutto il proletariato!!
Cosa emerge da questo quadro se non la debolezza, la delegittimazione di un regime lacerato dalle contraddizioni!!
(…), questo baluardo politico-militare della civiltà occidentale, come vorrebbero presentarla, in realtà apparato di dominio e di aggressione, (…) Dozier della guerra in Vietnam, dagli amerikani degli aiuti alle dittature latino-americane e turca, questo baluardo di barbarie e di guerra (…) essa accusa i colpi, anche al suo interno si lacerano contraddizioni. Nemmeno sulle sanzioni alla Polonia, i membri della Nato riescono ad accordarsi perché ciò che prende il sopravvento è la necessità di tutte le borghesie di uscire dalla crisi, di essere competitivi, di conquistare mercati … (…) il Cocom, altra struttura clandestina dell’imperialismo delle multinazionali, che supervisiona i rapporti industriali e commerciali con i paesi del (…) riesce a bloccare contratti convenienti ad alcuni settori della borghesia imperialista… però, i paesi europei mandano la loro task-force a fare la guerra in medio oriente!
Eccolo, allora, l’unico terreno su cui tutti ritrovano l’unità: la guerra imperialista e la guerra interna contro il proletariato.
Chiamiamo per nome lo strumento con cui la borghesia ha vinto questa battaglia: è stata la tortura!
L’unica arma per arrestare la costruzione del Sistema del Potere Proletario Armato, e la crescita dell’iniziativa rivoluzionaria; scelta inevitabile per ogni regime in agonia; specchio della putrefazione della società del lavoro salariato.
Questa barbarie è l’unica sostanza che ricompone e unifica in un solo fronte di lotta contro la guerriglia, paesi che vanno dall’Italia alla Turchia al Salvador.
Ministro Rognoni, non ti affannare a raccontare minchiate: l’Italia unico paese in cui la guerriglia si sconfigge senza misure speciali? No!! La differenza è un’altra: nel nostro ‘paese democratico’ la tortura deve passare attraverso la gestione dei mass-media, e non potrebbe essere diversamente: l’Italia fa parte della Cee, del Consiglio Europeo, accetta formalmente il gioco ‘democratico’, a differenza della Turchia e del Salvador dove nessuno più cerca di negare la pratica dei massacri.
La tortura diventa rispetto del ‘dettato costituzionale’ ; la tortura sulle pagine dei giornali, diventa ‘ brillante operazione’, coro di elogi alle varie ‘ teste di… cazzo’ per il loro efficientismo.
Quale efficienza, se il tutto è un gancio al soffitto a cui appendere proletari e comunisti da seviziare, e un bastone con cui sodomizzarli!!!
Generale Dozier, lo abbiamo visto cosa significa catturare un generale dell’esercito americano! Non era forse la Nato, nella prigione del popolo, a chiedere di trattare con la guerriglia!!! Non era forse la Nato, nella prigione del popolo, a dire che l’Italia è un paese destabilizzato e che il governo italiano era imbarazzato nei suoi confronti!!
Signori della guerra, c’è un abisso tra la vostra identità di boia massacratori imperialisti, e la coscienza dei proletari e dei comunisti che combattono contro l’imperialismo.
Non bastano le vostre idiozie sugli ‘intrighi internazionali’, sulla (…); gli sforzi che fate per costruire sulla pelle dei compagni immagini che sono solo vostre e di questo regime; la realtà non può essere offuscata: operai, studenti, ferrovieri sono la forza del partito e del movimento rivoluzionario.
Non permetteremo che alla distruzione fisica dei compagni si aggiunga anche la distruzione della loro identità politica.
I comunisti sanno riconoscere chi tradisce per passare nelle file del nemico e chi a tutti gli effetti appartiene alle file dei rivoluzionari.
L’apparato e le strutture delle pratiche di tortura, dai Sica ai Simone ai giornalisti dal sorrisetto facile li conosciamo bene. Ripetiamo: li conosciamo bene. Statene certi niente resterà impunito.
Compagni,
la borghesia ha indubbiamente segnato un punto a suo vantaggio. Questo punto non si può più racchiudere solo nella solita carnevalata di regime fatta di ‘ super man’ con le buste di plastica in testa; la borghesia ha capito un dato politico di importanza fondamentale: come individuare e smantellare le aree di movimento di massa da cui sta nascendo la forza che la distruggerà; da cui sta nascendo il sistema di potere proletario armato per la transizione al Comunismo.
Il problema per i rivoluzionari, per tutto il movimento rivoluzionario è capire che la battaglia iniziata dalle Brigate Rosse col processo al boia Dozier interrotta dalla borghesia, non è un incidente che poteva essere evitato con qualche accorgimento in più, ma un episodio che sta all’interno di un mutamento generale dei rapporti di forza a favore della borghesia.
Le centinaia di arresti in pochi giorni dimostrano che contro il nascente sistema di potere proletario questo regime sta sferrando l’attacco più duro su tutti i piani, da quello politico a quello militare. E questo, proprio perché si è reso conto dell’enorme possibilità rivoluzionaria contenuta nel programma che il proletariato e gli embrioni degli organismi delle masse hanno lanciato; delle ragioni sociali della guerra di classe, del radicamento della lotta armata dentro la classe.
Se da parte nostra l’aver individuato i punti centrali del programma rivoluzionario ed aver cominciato a praticarlo, ha reso chiaro quanto potere disarticolante ha per la borghesia, e quanto potere unificante ha per il proletariato questo programma; se questo ha scatenato la più grossa offensiva controrivoluzionaria che si ricordi; dobbiamo anche capire che tutto questo non basta più.
Accanto alla chiarezza e alla giustezza delle ragioni sociali della guerra rivoluzionaria, dobbiamo anche capire qual è la teoria rivoluzionaria che ci rende capaci di condurre questa guerra.
La conduzione della guerra rivoluzionaria non è un problema di affinamento degli strumenti militari, ma la comprensione del modo con cui la politica rivoluzionaria può continuare a vivere, dei modi cui è possibile conquistare i programmi in queste condizioni dello scontro.
I problemi non sono quindi i blitz, né la presunta abilità con cui li portano a compimento, ma la capacità, raggiunta da questo Stato, di scompaginare le fila rivoluzionarie a partire dall’individuazione politica delle aree, dei movimenti, dei proletari che costituiscono la rete, il referente politico, il modo di esistenza e di costruzione del sistema di potere proletario.
Per la borghesia essere riuscita ad entrare dentro questo tessuto, ha significato porre i suoi avamposti dentro al movimento, attaccarlo dall’interno con gli strumenti del terrore, la tortura, i massacri, i ricatti per migliaia e migliaia di proletari.
Per il movimento rivoluzionario è vitale impedire che questo avvenga, è vitale impedire che la borghesia sia in grado di capire come avviene il processo di costruzione rivoluzionaria, quali sono i punti di aggregazione, dibattito, organizzazione rivoluzionaria, quali gli strumenti del lavoro politico tra le masse. Questo significa rafforzare il sistema di potere in costruzione, abbandonando ogni illusione di poter affrontare questa guerra con gli strumenti del passato. Questo significa che la parola d’ordine della clandestinità di massa, della clandestinità dei nostri canali di comunicazione e di lotta devono adeguarsi al livello che ci viene imposto; significa impedire l’individuazione, prima politica, poi militare, da parte del potere; significa che nonostante l’inevitabile prezzo da pagare per liberarci dalla barbarie imperialista, venga preservata la continuità e lo sviluppo del processo rivoluzionario, a partire dai presupposti su cui poggia: gli strumenti politico-militari-organizzativi che permettono al programma rivoluzionario di affermarsi, vivere e vincere.
Nell’attacco che stiamo subendo, siamo convinti che può riemergere un rafforzamento di tutto il sistema del potere proletario armato, perché i limiti della borghesia li abbiamo visti, la sua immagine di onnipotenza non ha alcuna legittimità sociale, perché nello scontro stiamo imparando a costruirci anche le nostre armi: il programma e la teoria rivoluzionaria della guerra civile nelle metropoli.
Su questo non si torna indietro, su questo la borghesia non riuscirà a farci retrocedere nonostante i suoi vigliacchi tentativi di portarci sul piano dello scontro militare. Quello di cui ha paura è la forza politica delle nostre parole d’ordine, la sua impossibilità di rispondere alle ragioni sociali della guerra di classe: questa è la nostra forza, questo imporremo insieme alle masse.
Neutralizzare e smantellare l’edificazione delle basi controrivoluzionarie dentro al movimento rivoluzionario. Guerra alla guerra imperialista! Guerra alla controrivoluzione! Guerra all’informazione di regime! Guerra alla tortura e al sequestro ‘con modalità argentine’!
Trasformare il progetto della borghesia in guerra civile antimperialista!
Per il comunismo
Brigate rosse per la costruzione del Pcc.
5-2-82
Un pensiero su “Campagna Dozier – Comunicato N.6”