La crisi capitalistica genera la guerra imperialista. Solo la guerra civile antimperialista può affossare la guerra!!!
Nell’epoca dell’imperialismo delle multinazionali il proletariato metropolitano si costituisce come avanguardia del processo di rivoluzione proletaria in tutto il mondo!!!
Guerra al dominio dell’imperialismo americano!!! Attaccare l’imperialismo delle multinazionali e la sua struttura di occupazione militare: la Nato!!!
Il sistema imperialista produce: morte per sfruttamento, morte per disoccupazione, morte nei lager di Stato nella pianificazione della distruzione totale. Il carcere imperialista è il laboratorio centrale dell’annientamento dell’antagonismo di classe! Distruggere il carcere imperialista!!!
Costruire il fronte combattente antimperialista per un nuovo internazionalismo proletario, combattere insieme ed uniti per vincere con tutti i comunisti e con tutti i popoli che lottano contro l’imperialismo!!!
Compagni, proletari,
il progetto della borghesia imperialista prevede che l’Europa, oltre ad essere integrata e subordinata agli USA, deve diventare un polo attivo della politica aggressiva dell’imperialismo americano. La politica di Reagan accelera questo passaggio e i vari esecutivi a livello nazionale ridefiniscono in modo più marcato e sempre più apertamente la fedeltà agli USA e in generale propagandano tra le masse la ‘fedeltà all’Occidente’ come il patriottismo dell’epoca moderna.
L’obiettivo politico degli USA in Europa, epicentro dello scontro tra i due blocchi è quello di sviluppare e potenziare un polo subalterno e del tutto integrato sia sul terreno economico, che politico, che militare.
Nei singoli poli nazionali questa politica, assunta dalla quasi totalità dei partiti dell’arco parlamentare, ora cerca di coinvolgere le masse con campagne propagandistiche che hanno come obiettivo privilegiato la guerra di classe per il Comunismo. Le lotte di massa in Europa hanno fatto saltare questo progetto con la nascita di un movimento contro la guerra imperialista e contro l’installazione dei missili alla cui testa si è posta la guerriglia comunista nel programma contro la Nato. Questo ha già seriamente ostacolato le scelte annunciate da Reagan, ma la partita è ancora tutta aperta. Nodo fondamentale della politica imperialista è quello di vincere sui vari fronti interni: annientare cioè l’antagonismo di classe, per avere le mani libere e poter aggredire sul fronte esterno con l’obiettivo strategico di imporre l’egemonia degli USA su tutto il pianeta.
La costituzione di un Parlamento europeo, la funzione economica della Cee, quella militare della Nato, danno il punto e il livello di integrazione raggiunti. Il polo europeo ha i suoi propri strumenti per sviluppare in più campi le sue attività; in campo economico significativa è la proposta di Davignon sulla necessità ormai matura di una maggiore integrazione tra i piani di settore, in particolare il bellico e il nucleare nella tendenza in atto della 3a guerra mondiale, è tutta all’interno delle scelte strategiche della borghesia imperialista sulla riconversione industriale verso quelle produzioni che maggiormente tendono a supportare il ripristino del controllo e del dominio del blocco occidentale, USA in testa, su tutta l’area mediterranea e mediorientale, cioè sui paesi produttori di petrolio. Questo significa chiara politica di aggressione a quei paesi del 3° mondo le cui lotte di liberazione dall’imperialismo, hanno rovesciato i rapporti di forza e messo seriamente in discussione l’egemonia USA su un’area strategica dello scontro tra i due blocchi. È per questo che il Comitato di Pianificazione della Difesa della Nato presiede le Divisioni che dirigono e impongono le scelte economiche e le politiche di guerra ai vari paesi membri.
Compagni,
la crisi del sistema capitalistico è profonda e non è facile nasconderla dietro la sceneggiata del potere: solo in Italia ci sono 2 milioni di disoccupati, i ‘sospesi’ tra la Fiat e l’Alfa sono 100 mila, migliaia di medie, piccole e grandi industrie vengono chiuse o ridimensionate: far lavorare di più sempre meno operai è la logica che guida ogni progetto di ristrutturazione. D’altro lato, migliaia di prigionieri politici nei lager di Stato danno il polso del livello di massa raggiunto dalla guerra di classe e della capacità di riprodursi della guerriglia, nonostante i colpi inferti dal nemico, capacità data dal profondo radicamento della Lotta Armata nelle masse.
Poiché la crisi ormai mondiale del capitalismo non lascia spazi socio-economici con cui illudere e manipolare la coscienza proletaria, i singoli Stati ricorrono a soluzioni repressive istituzionali con caratteri marcatamente militari. Quello che sta succedendo in Italia è un esempio molto sintomatico di un ormai consolidato principio borghese: quando le varie forme di democrazia non si dimostrano all’altezza dei compiti, basta modificare le regole del gioco! È in questa direzione che va la ‘grande riforma costituzionale’ tanto osannata dai partiti dell’arco costituzionale, di cui Craxi si fa portavoce in prima fila. Ogni successivo governo rappresenta una ridefinizione, un aggiornamento, un perfezionamento dello Stato Imperialista delle Multinazionali; un governo produce il successivo, selezionando un personale politico sempre più adeguato ad assolvere compiti tattici e strategici dell’imperialismo. I vari partiti, oltre a rappresentare gli interessi corporativi di specifici stati, concorrono a candidarsi come servi privilegiati dell’imperialismo e a questo oggi subordinano i propri interessi particolari. Quale democrazia ci prospettano? Secondo le decisioni del 12 dicembre 79, prese a Bruxelles dalla Nato e caldeggiate dai governi europei dietro le pressioni americane, entro il 1983 devono essere installati sui territori belga, britannico, olandese, italiano e tedesco occidentale, 572 missili atomici di media portata, di cui 464 Cruise e 108 ‘Pershing 11’ a sei testate nucleari, ciascuno dotato di potenza distruttrice pari a quella che ha raso al suolo Hiroshima. Ma quale peso ha la tanto decantata volontà popolare, visto che le manifestazioni contro l’installazione di missili si sono susseguite in tutta Europa?
La produzione della bomba ‘N’ rende realizzabile la guerra nucleare limitata tanto cara al ‘democratico’ Reagan che non vede l’ora di trovare qualche fetta del mondo su cui sperimentarla! L’Europa e, in particolare il Sud Europa, è al centro di questa strategia di ‘guerra limitata’ in termini antisovietici; l’Italia, con Turchia e Spagna è il fronte avanzato del Mediterraneo: questo fronte è predisposto all’intervento contro tutto ciò che ostacola l’egemonia americana (è nota a tutti la funzione della Nato nel colpo di Stato in Turchia). In questo senso vanno la creazione di una forma mista di intervento nel Sinai in cui anche l’Italia, con molto orgoglio del governo, è partecipe; l’insistenza di Lagorio per un maggiore integrazione tra società civile ed apparati militari; le richieste di Capuzzo e Santini di un maggior peso politico dei vertici militari nel governo; gli aumenti delle spese militari. Questo fronte trova maggior compattezza tra gli imperialisti sulla guerra ‘interna’ quella che ha come obiettivo l’annientamento dell’antagonismo di classe; il susseguirsi di vertici internazionale sul ‘terrorismo’, la costituzione di una banca dati in Europa, lo scambio di conoscenze, di metodi, di mezzi, di uomini, tutto questo costituisce la ‘santa alleanza’ antiproletaria.
La sceneggiata dei mass-media sulla calata degli esperti americani e tedeschi, per lavorare alle indagini sulla cattura del boia Doizier, non è che la ridicola parata con cui tentano di nascondere la realtà. L’integrazione delle forze della controrivoluzione a livello dei paesi del blocco Nato ha da tempo costruito una rete stabile di superesperti della lotta di classe e dei movimenti di massa oltre che di ‘antiguerriglieri’ di professione. Alcuni di questi personaggi molto ben conosciuti dai vari Craxi e Martelli che cominciano ad essere identificati anche dai comunisti combattenti di tutta Europa, fanno parte ai massimi livelli degli apparati integrati della controrivoluzione. Sono queste le teste pensanti che muovono le varie marionette a livello nazionale, come da noi, per esempio, i vertici delle confederazioni sindacali, Benvenuto in testa, promotori della costituzione di un centro ‘antiterrorismo’ per il settore delle fabbriche.
Compagni, proletari,
la borghesia imperialista è completamente consapevole che la sua crisi non lascia più margini di mediazione politica con l’antagonismo di classe, sa che le esigenze della legge del profitto nella crisi si scontrano frontalmente con i bisogni politici e materiali del Proletariato Metropolitano, sa che nelle metropoli dove si genera e riproduce il capitale e la sua crisi, è anche sorto il suo nemico mortale: il nuovo proletariato metropolitano che trova soddisfatti i suoi interessi e i suoi bisogni, nella lotta per la distruzione del sistema del lavoro salariato, che sta costruendo la capacità politica di organizzazione, di lotta e di combattimento adeguati al livello raggiunto dall’attacco della borghesia a ogni espressione del movimento di classe; attacco contro ogni cosa che si muove prima ancora che si muova. Per questo, per far ingoiare al proletariato una sconfitta storica senza precedenti, unica condizione per il ripristino del nuovo ordine imperialista, il carcere diventa una determinazione fondamentale del progetto della borghesia imperialista, come laboratorio centrale per l’annientamento dell’antagonismo di classe e massimo deterrente contro le lotte, contro ogni proletario che si collochi fuori e contro i giochi imposti dalla borghesia. Il carcere oggi, come anello fondamentale di un meccanismo molto più ampio e complesso di controllo, divisione, isolamento, ricatto, tortura e annientamento politico e fisico del progetto di controrivoluzione globale preventiva, è la risposta della borghesia alle lotte e alle ispirazioni proletarie a non morire di sfruttamento, di disoccupazione, di guerra imperialista. Per questo è oggi realtà vissuta a livello di massa, per questo attira tanta attenzione da parte degli strateghi della controrivoluzione internazionale nell’infame tentativo di isolare dalla ‘società civile’ queste strutture dove vivono, lottano e si organizzano migliaia e migliaia di proletari e di comunisti, per spezzare l’unità di classe raggiunta dai Pp, per imporre il silenzio e la morte più o meno ‘pulita’. Nella propaganda di questi signori il carcere deve diventare un bubbone in una società sana che partecipa responsabilmente all’eroico sforzo nazionale di salvare le sorti del capitalismo in putrefazione. Per i proletari, per i rivoluzionari il carcere è ormai da anni, uno dei punti più importanti di lotta, organizzazione, comunicazione e combattimento di un intero stato di classe, uno degli anelli fondamentali del Potere Proletario Armato. Nel progetto di distruzione globale della guerra imperialista, il carcere come punto cardine di pacificazione armata, di annientamento proletario nelle metropoli, deve essere nel programma rivoluzionario, fronte costante di combattimento per disarticolarlo e per costruire organizzazione proletaria. I proletari e i comunisti rinchiusi a Stammhein e negli H-Block inglesi, a Marion e nei Qhs francesi, nei carceri speciali e nelle sezioni di ‘lungo controllo’ italiani, trovano oggi terreno unificante di lotta, ricomposizione politica con tutto il Proletario Metropolitano, nelle parole d’ordine di ‘distruzione di tutte le carceri’ e ‘liberazione di tutti i proletari prigionieri’ come punti irrinunciabili nel Programma di Transizione al comunismo. Far saltare uno dei gangli fondamentali su cui si basa il sistema del lavoro salariato è tutto all’interno della possibilità storica della distruzione dello stato Imperialista delle multinazionali e della costruzione della società senza classi. Inserire questo fronte nella proposta più generale di ricostruzione del nuovo Internazionalismo Proletario sulla base della lotta comune all’Imperialismo, è uno dei passaggi fondamentali per la costruzione del Fronte Combattente Antimperialista, uno dei nodi politici da sciogliere nel confronto con i comunisti e tutti coloro che combattono a livello internazionale contro il carcere imperialista.
Compagni, proletari,
il processo proletario al porco Dozier è iniziato.
Questo porco, questo assassino è un ‘eroe’ dei massacri americani in Vietnam, dove per i suoi ‘meriti’ ha guadagnato varie decorazioni.
La sua lunga carriera di porco lo ha portato lì dove necessitava all’imperialismo reprimere e soffocare le lotte di liberazione dei popoli, a preparare i piani di occupazione e di provocazione per conto dei suoi padroni.
Suo ultimo incarico, interrotto dalle forze rivoluzionarie, è il comando effettivo delle forze terrestri alleate del Sud Europa (Landsouth).
Nella divisione in aree dell’Europa, la Nato ha suddiviso le sue forze in tre regioni: Nord, centro e Sud. In questa fase della guerra antimperialista il fronte Sud (Europa meridionale) rappresenta il punto fondamentale dello scontro, e comprende le forze navali di intervento e sostegno, due forze terrestri, una per l’Europa meridionale e una per quella sud-orientale, le forze aeree dell’Europa meridionale e le forze navali dell’Europa meridionale. Il Comando Generale del fronte meridionale e tutti i Comandi operativi (escluso uno) delle forze del Sud sono in Italia; uno a Verona e quattro a Napoli, ciò a ulteriore conferma del ruolo strategico svolto dalla base Italia. Di questo ‘sistema difensivo degli interessi dell’imperialismo’ fa parte la VI flotta americana, che scorrazza nel Mediterraneo, inalberando bandiera americana o Nato a seconda delle opportunità. Quali siano i reali compiti e cosa intenda per ‘difesa dei propri interessi’, l’imperialismo ce ne ha dato una inequivocabile dimostrazione con l’attacco provocatorio al golfo della Sirte contro il popolo libico. Nella fase attuale di guerra la Nato non ha alcun carattere di difesa interalleta, ma è puro strumento in mano all’imperialismo e per l’aggressione ai popoli del terzo mondo e per le politiche di guerra e di annientamento del proletariato nelle metropoli. Il Landsouth, comandato fino al 17 dicembre dal porco Dozier, è inserito in questa area; rappresenta il fianco sinistro della regione sud. Le sue forze disponibili consistono di circa 20 brigate (8meccanizzate, 5 corazzate, 5 alpine e 2 motorizzate) più una brigata missilistica e diverse unità di combattimento e servizio di supporto. Queste forze ammontano a circa 270 mila uomini, 1.200 carri armati, 1.000 cannoni, e 4.000 APC. Dell’uso e della funzione di questo apparato, il porco Dozier deve rispondere al proletariato internazionale.
A tutto il movimento rivoluzionario,
in questi ultimi due anni si è sviluppata un’intensa battaglia politica nella nostra Organizzazione. Le contraddizioni sorte non hanno trovato soluzione all’interno della stessa struttura organizzativa e dello stesso impianto strategico.
Noi delle Brigate Rosse, rivendicando la continuità storica con 10 anni di vita della nostra Organizzazione, riteniamo ancora una volta necessario ribadire l’unico banco di prova per il salto di qualità al Partito: la verifica sul terreno della pratica sociale, sul terreno della costruzione degli Organismi di Massa Rivoluzionari.
Per questo rifiutiamo la logica delle sommatorie delle parzialità, della federazione, dei patteggiamenti e intendiamo prenderci tutte le responsabilità di fronte al movimento rivoluzionario, della nostra linea politica così come essa si è determinata nella Risoluzione della Direzione Strategica – dic. ’81, e ricreare su questa base e con questi criteri la possibilità di nuovi livelli di unità con tutti i comunisti.
Le Br, per fare il massimo della chiarezza nel movimento rivoluzionario, forniranno un bilancio di questi due anni di battaglia politica.
Per tutti questi problemi politici, e non per necessità formali, riteniamo giusto distinguerci anche nel nome delle altre OCC.
Da questo comunicato in poi assumiamo il nome:
Per il comunismo. Brigate Rosse per la Costruzione del Partito Comunista Combattente.
Avanti con il programma generale di congiuntura!!! Trasformare la guerra imperialista in guerra di classe a partire dalle metropoli, costruire l’unità internazionalista con tutti i popoli che combattono contro l’imperialismo!!! Guerra alla guerra imperialista, guerra alla Nato!!! Attaccare i centri, gli strateghi della guerra e le basi della macchina militare americana!!! Distruggere il carcere imperialista!!! Costruire il Fronte Combattente Antimperialista!!!
Per il Comunismo.
Brigate rosse per la costruzione del Pcc
27/12/1981
Fonte: PROGETTO MEMORIA, Le parole scritte, Sensibili alle foglie, Roma 1996.
Un pensiero su “Campagna Dozier – Comunicato N.2”