Azioni di incendio auto di 9 fascisti FIAT

Schiacciamo i fascisti a Mirafiori e Rivalta!

Cacciamoli dalle nostre fabbriche e dai nostri quartieri!

Lo scontro contrattuale è in pieno svolgimento e la risposta della FIAT ai primi movimenti di lotta è stata una dichiarazione di guerra: Mirafiori presidiata da massicci e provocatori schieramenti di polizia, trasferimenti, ammonizioni, sospensioni, licenziamenti che non si contano più. Così vanno le cose anche in altre fabbriche come la Pininfarina ad esempio e il clima generale instaurato dal governo Andreotti-Malagodi è sempre lo stesso anche fuori dalle fabbriche, come ha dimostrato la vigliacca aggressione poliziesca alla manifestazione di sabato contro le 600 denunce, contro il fascismo, contro il governo Andreotti.

Dove vogliono arrivare i nostri padroni? È semplice: ad una nuova dittatura. Per far questo però debbono strangolare la lotta di massa dentro la fabbrica, dividere la classe operaia, impedire i cortei interni e i picchetti, in poche parole, INFLIGGERE UNA SCONFITTA POLITICA AGLI OPERAI METALMECCANICI. Primo passo verso una sconfitta politica generale dell’intera classe operaia. A questo progetto noi dobbiamo reagire, dobbiamo cioè darci una organizzazione che ci consenta di passare all’azione nella fabbrica e nel quartiere. Ora tutti sanno che in mezzo a noi nelle officine, nei reparti, alle linee lavora sotterraneo da molti mesi un esercito di carogne che con i suoi miserabili servizi rende possibile alla FIAT identificare e colpire chi propaganda lo sciopero, chi tira le lotte, chi è alla testa dei cortei, chi fa picchetti:
– chi non conosce gli spioni che nascosti dietro gli angoli o tra i cassoni si segnano i nomi delle avanguardie di lotta? e i guardiani che filmano i cortei, che sbarrano le strade, che aggrediscono i picchetti?
– chi non nutre istintivamente odio profondo per i briganti fascisti del MSI e della CISNAL sempre pronti a provocare, organizzare i crumiri e le squadracce, a vendere al padrone la testa degli operai più combattivi? – e quei porci del SIDA, della UILMD, della FEDERACLI di Iniziativa Sindacale che per una rapida carriera venderebbero anche la madre, chi non ha avuto almeno un’occasione per disprezzarli come si deve?
– e i nostri capi e capetti che progettano, coprono e avallano l’insieme di queste sporche macchinazioni sono forse da meno?

Questi sabotatori e liquidatori dell’unità operaia debbono essere senza tante esitazioni duramente colpiti, battuti e dispersi. È con questi piedi che cammina la reazione nelle fabbriche: sono questi piedi che dobbiamo schiacciare!

Dice un antico proverbio che il pesce puzza dalla testa, ma a squamarlo si comincia dalla coda. E la coda del nostro pesce sono appunto alcuni fascisti che l’altra mattina, per ammonimento, si sono visti andare la macchina in fumo…

 

Nota: In seguito a questa azione è stata involontariamente danneggiata anche la 500 dell’operaio Pasquale Di Fede. Rassicuriamo il signor Di Fede che le Brigate Rosse risarciranno interamente il danno.

 

Brigate Rosse
Torino, 26 Novembre 1972.

 

Fonte: CONTROinformazione n. 0

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