È da molti mesi che nella sinistra si solleva anche con prove documentarie il problema delle assunzioni combinate tra la FIAT e la CISNAL allo scopo di infiltrare nei reparti una massa di manovra docile esecutrice di un vasto disegno antioperaio. Visto che il Labate è uno dei responsabili fascisti di questo sporco “giro” abbiamo chiesto direttamente a lui come si svolgono le cose. A domanda, Bruno Labate risponde.
“Gli accordi più importanti passano attraverso il partito (MSI) ed è direttamente l’onorevole Abelli Tullio che se ne occupa. È attraverso il suo interessamento che le domande passano all’ufficio assunzioni dove c’è il dottor Negri che le promuove. A livello di sezioni sono alcuni capi del personale che si interessano affinché quegli operai che noi raccomandiamo vengano assunti nelle sezioni FIAT da noi indicate.” “Qualche nome?… Beh, il cavalier Amerio… per le carrozzerie prima c’era il dottor Annibaldi e adesso il ragionier Cassina; per le meccaniche il dottor Dazzi; per Rivalta il dottor Audino.”
Chi di voi in particolare si interessa di questa faccenda?
“È un compito dei capigruppo aziendali.”
E cioè?
“Angelo Trivisano per Mirafiori; Ritota Piero per le carrozzerie; Benetti Giuliano per le meccaniche; Gabriele Mazza per le ausiliarie; Antonio Barone per la ricambi; Guicciardino Giuseppe per Rivalta; Domenico Polito per l’OSA Lingotto.”
L’organizzazione dei fascisti alla FIAT. Avete affermato ad un settimanale di destra di essere in molti a Mirafiori o comunque alla FIAT. Siete davvero convinti di queste affermazioni?
“Beh… no, non è che sia convinto logicamente … ma cercate di capire che è un giornale… un giornale ha sempre delle esigenze propagandistiche… e poi sono loro, quelli del giornale, che hanno scritto quelle cifre…”
D’accordo, allora visto che non siete poi così tanti vogliamo sapere chi sono i vostri attivisti, i vostri responsabili alla FIAT. Cominciamo da Mirafiori.
“Responsabile per Mirafiori è Angelo Trivisano che lavora alle carrozzerie. È responsabile da quando è stato eletto membro della CI nel ’68, che allora era per un’unica sezione: Mirafiori.”
“Poi… poi ci sono Giuliano Benetti per le meccaniche e Ritota Piero per le carrozzerie che sono i responsabili dei rispettivi gruppi di sezione.”
E chi sono i vostri attivisti alle carrozzerie?
“…non me li ricordo, non so se…”
Fai uno sforzo che tanto abbiamo tempo! Allora chi sono i vostri attivisti alle carrozzerie, oltre a Trivisano e Ritota?
“Beh,… c’è Cicilioni Giuseppe, poi i due fratelli Dademo… uno si chiama Antonio e l’altro Francesco… poi c’è Obino Nicola… Romagnoli Sergio… ah sí, Conteduca e Migliaccio che sono stati appena nominati… c’è Giacomini Pasquale… Manganiello… poi c’è Sant’Angelo Luigi… poi ci sono altri iscritti…, ma…”
Allora passiamo alle meccaniche. Oltre a Benetti, chi sono i più importanti attivisti fascisti?”
Alle meccaniche saremo una ventina. Oltre a Benetti c’è il cavalier Ferraris, c’è Cortosi Nunzio… poi Tarullo Rocco, ci sono Sganuzzo Vito ed Antonio Caruso… poi c’è Rega che credo si chiami Antonio… Barillaro non mi ricordo come si chiama… direi una bugia… Del Sarto che era capogruppo prima di Benetti… poi c’è Alderucci… Farmiggio Giuseppe.”
E Masera quel fascista che fa il saluto romano quando passano i cortei?
“Io conosco un Masera che è capo reparto delle pulizie, ma non è nostro, deve essere di Iniziativa Sindacale.”
Ora passiamo alle presse. Qui c’è quel gruppetto di provocatori che si è reso recentemente responsabile di un’aggressione di fronte alla porta 17. Cosa hai da dire a questo proposito?
“… uno non era dei nostri…”
Allora dicci gli altri, i vostri.
“Erano Greco, Mangiola e Meo. Greco si chiama Antonio, Mangiola credo si chiami Saverio e Meo si chiama Cosimo.”
C’è qualcun altro alle presse, no?
“Beh, sì, c’è il ragionier Festa e anche Filippo Greco…”
Parliamo adesso delle Ausiliarie. Quanti siete e chi è il vostro capogruppo?
“… Mazza… Gabriele è il capogruppo.”
E quali sono gli altri vostri attivisti?
“Alle Ausiliarie ce n’è pochi, veramente, praticamente solo lui; ce n’è tre o quattro, ma gli altri non svolgono nessuna attività particolare…”
Sentiamo allora a Lingotto chi sono i vostri rappresentanti.
“… ma non mi ricordo tutto, come faccio… dunque c’è Polito Domenico e anche suo figlio Filippo, poi ci sono Serafino Oldano… c’è Sarchimich Stefano…”
E Scattaglia te lo dimentichi?
“Parlate di Fabrizio Scattaglia… adesso non è più al Lingotto, ma lavora a palazzo Marconi, all’ufficio personale…”
E alla Motori-Avio?
“Lì c’è Paolo Sissia, di altri non ne conosco.”
E alla Ricambi come stanno le cose?
“Alla Ricambi ve l’ho già detto c’è Barone, mi sembra Antonio Barone. Lui è il capogruppo, ma in pratica fa tutto lui. Sono due o tre in tutto. Ma la situazione lì è di smobilitazione…”
E alle Ferriere?
“Alle Ferriere è Sebastiano Palma che ci rappresenta, ma anche lì…”
Adesso parliamo di Rivalta.
“Lì c’è un gruppo aziendale di una trentina di persone, forse un po’ meno. Devo premettere che questi li conosco meno perché essendo decentrata vedo qualcosa solo alle riunioni che facciamo una volta al mese. Loro si riuniscono alla sezione interna. È Guicciardino Giuseppe principalmente che tiene i contatti con noi… Gli altri hanno meno possibilità di frequentare il nostro sindacato perché abitano distanti. Di nomi non ne ricordo molti… tra gli impiegati c’è Ugo Ugolini… altri nomi che mi ricordo… Michele Tancredi, Enrico Di Loreto; poi Mattana, Mattana si chiama Ugo.”
Avete dichiarato ad un giornale fascista che avete rappresentanze in diverse piccole fabbriche. Dicci un po’ chi vi rappresenta in queste fabbriche e in quali.
“Beh sono rappresentanze fittizie… più sulla carta che altro. Alla Viberti, per esempio, c’era uno, Leccese, che da diversi mesi è in malattia e che in questi giorni va in pensione o è già andato… ma data la distanza non è che si svolgesse un’attività particolare…”
Allora sono frottole quelle che hai raccontato su quel giornale fascista?
“Insomma volevo dire che sono accreditate le nostre rappresentanze in alcune aziende, nient’altro…”
In quali, per esempio?
“Alla Westinghouse, dove ci sono i due fratelli Caputi, Gaetano e Vincenzo; alla Pininfarina, lì il capogruppo è Aldo Tropea… c’è anche Trevisan… Bugnone è quasi un anno che non è più rappresentante… Ma anche lì la situazione…”
E alla Singer di Leinì?
“Per noi la situazione fa capo a Vattimo Lorenzo. Anche suo fratello Francesco è del sindacato. Poi ci sono alcune altre persone, la moglie di Lorenzo, qualche altro, ma è una situazione agli inizi…”
E nelle piccole fabbriche, cosa avete?
“Niente, niente. Non abbiamo rappresentanze sindacali costituite. Una volta avevamo uno anche all’Abarth, ma ora in pratica non abbiamo più nessuno, è solo sulla carta… lì c’è una situazione un po’ particolare…”
Non avete rappresentanze ma avete rapporti con qualcuno, no?
“Con l’ing. Bosio alla Efel; col dott. Molinari alla Cromodora; col dott. Damato Fulvio alla Elcat; con il ragionier Gallo alla Safe; con Finessi alla Amp Italia; con Adamo alla Sait”.
Anche se sottobanco, la Cisnal viene fatta partecipare alle trattative. Devi dirci chi di Torino partecipa e in rappresentanza di chi.
“In rappresentanza di chi mi sembra inutile dirlo. Comunque per adesso sono andato solo io a Roma”.
Vi incontrate di nascosto, naturalmente!
“Con noi tratta anche la Cisal, che è un’altra organizzazione… diciamo un po’… No?”
Un po’ cosa, fascista?
“Un po’ di destra, insomma”.
Chi alla Federmeccanica pensa sia opportuno discutere con voi?
“Le prime volte ci siamo incontrati con Valle che è il direttore, poi è venuto Mortillaro, che credo sia il vicediretttore per gli affari sindacali e qualche altro di cui non so il nome”.
Con chi avete avuto incontri a Roma?
“In sede ministeriale ci siamo incontrati col prof. Guerrieri, con il dott. Pirri e col segretario De Cocci… Il ministro non lo abbiamo ancora incontrato”.
Fonte: Vincenzo Tessandori, BR. Imputazione: banda armata. Cronache e documenti delle Brigate Rosse, Garzanti, Milano 1977 e succ. ed.