Sequestro Mario Sossi – Comunicato N.3

Nel corso degli interrogatori sono stati finora approfonditi con il prigioniero Sossi tre punti:

1) la complicità e gli accordi tra la polizia (Catalano e Nicoliello) e la famiglia Gadolla;

2) le complicità e gli accordi tra una parte della magistratura (Francesco Coco con il suo fedele servo Paolo Francesco Castellano), la polizia e la famiglia Gadolla;

3) i rapporti che sono intercorsi tra Sossi e due alti ufficiali del SID di Genova.

Gli interrogatori continuano.

Chi ha confuso il messaggio di Mario Sossi, da lui spontaneamente scritto, con la posizione della nostra organizzazione, ha dimostrato scarsa capacità di comprendere il nodo centrale del problema politico: la questione dei prigionieri politici.

Sossi è prigioniero politico del proletariato. Come tale è assolutamente ingiustificato qualunque ottimismo su una sua gratuita liberazione. Molti sono ormai i compagni che in questi ultimi anni, rompendo con la paralizzante strategia pacifista del revisionismo, hanno ripreso le armi per combattere l’ordine e le leggi della borghesia. Combattere per il comunismo. Alcuni di essi sono caduti o sono attualmente rinchiusi nelle galere pubbliche e disumane dello stato. Sono stati fatti passare come criminali. Esemplare, a questo proposito, è il processo di regime contro i compagni comunisti del gruppo 22 Ottobre. Tutti questi compagni sono prigionieri politici. Punto irrinunciabile del programma politico delle BR è la liberazione di tutti i compagni prigionieri politici.

 

Brigate Rosse
Aprile 1974

 

Fonte: Soccorso Rosso, Brigate Rosse, Feltrinelli, Milano 1976

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