Un nucleo armato delle Brigate Rosse ha arrestato e rinchiuso in un carcere del popolo il famigerato Mario Sossi, sostituto procuratore della repubblica. Mario Sossi era la pedina fondamentale dello scacchiere della controrivoluzione, un persecutore fanatico della classe operaia, del movimento degli studenti, dei commercianti, delle organizzazioni della sinistra in generale e della sinistra rivoluzionaria in particolare.
Mario Sossi verrà processato da un tribunale rivoluzionario. Sin da giovane, Sossi si è messo “a disposizione” dei fascisti presentandosi per ben due volte nella lista del FUAN. Divenuto magistrato, si schiera immediatamente con la corrente di estrema destra della magistratura.
Dicembre 1969: bombe di piazza Fontana. All’interno di un piano di rottura istituzionale ordito dall’imperialismo, l’anticomunista Sossi fa la sua parte e ordina una serie di perquisizioni negli ambienti della sinistra genovese. Applicando le norme fasciste del codice Rocco, fa arrestare l’intero comitato direttivo del PCd’I (m-1), una ventina di compagni, sotto l’accusa di “cospirazione contro lo stato.” Non sazio, fa sequestrare nelle case dei compagni libri di Marx, Lenin, Stalin, Mao e persino dischi di musica popolare.
Febbraio 1970: si scatena la polemica sul diritto di sciopero dei dipendenti dei pubblici servizi. La destra vuole che tale diritto venga negato. Sossi non perde tempo e denuncia l’intera commissione interna degli ospedali psichiatrici di Quarto e Cogoleto per “abbandono collettivo del posto di lavoro.” Sono i mesi seguenti all’autunno caldo. L’attacco al diritto di sciopero è ciò che chiede a gran voce la borghesia impaurita. E Sossi, da servo ossequioso, esegue! Sarebbe troppo lungo fare il conto delle istruttorie contro operai, sindacalisti e avanguardie politiche.
Ottobre 1970: il movimento di lotta degli studenti non si arresta. Attaccare gli studenti è la parola d’ordine della reazione. Sossi fa arrestare con l’imputazione di rapina tre studenti, rei di aver fatto consumare il pasto gratis ai loro compagni nella mensa della Casa dello studente.
Novembre 1971: è la volta dei giornalai. Ne fa arrestare 9 e li fa processare per direttissima con l’accusa di “avere esposto pubblicazioni oscene.” Il nostro moralizzatore al processo dichiara: “Non abbiamo paura della folla e dei sindacati. I movimenti di piazza non ci spaventano.”
Agosto 1972: il 6 agosto i giornali fanno filtrare la notizia dell’imminente concessione della libertà provvisoria per il comandante partigiano Giovambattista Lazagna, provocatoriamente incarcerato in seguito al caso Feltrinelli. Sossi è in ferie, ma viene immediatamente richiamato in sede da “qualcuno” del SID che, in base all’infame “memoriale” del provocatore Pisetta, lo invita ad emettere un nuovo mandato di cattura.
Novembre 1972 – marzo 1973: processo di primo grado contro il gruppo rivoluzionario 22 Ottobre. Di questo processo, sui retroscena, sugli intrighi politici, sulle varie complicità, daremo la nostra versione alla fine dell’interrogatorio. Per ora, ci basta sottolineare che Sossi, in armonia con tutte le forze della controrivoluzione, mette immediatamente a fuoco la questione centrale che deve essere oggetto del processo: non si tratta di crimini determinati, ma di giudicare e condannare il “crimine” per eccellenza: quello di essersi rivoltati con le armi in pugno all’ordine e alle leggi della borghesia. Siamo al processo di regime!
Marzo 1974: i compagni del processo di appello del gruppo rivoluzionario 22 Ottobre gridano: “Sossi fascista sei il primo della lista.” Lui li denuncia tutti. Ma non serve a nulla: tutti i muri di Genova sono pieni di scritte rosse che ripetono lo stesso concetto. E la sinistra rivoluzionaria, oggi, ha detto basta!
Compagni, la contraddizione fondamentale è oggi quella che oppone la classe operaia e il movimento rivoluzionario al fascio delle forze oscure della controrivoluzione. Queste forze tramano per realizzare, dopo la prova del referendum, una rottura istituzionale e cioè una “riforma costituzionale” di stampo neogollista. E il neogollismo è un progetto armato contro le lotte operaie. Nessun compromesso è possibile con i carnefici della libertà. E chi cerca e propone il compromesso non può parlare a nome di tutto il movimento operaio. Compagni, entriamo in una fase nuova della guerra di classe, fase in cui il compito principale delle forze rivoluzionarie è quello di rompere l’accerchiamento delle lotte operaie estendendo la resistenza e l’iniziativa armata ai centri vitali dello stato.
La classe operaia conquisterà il potere solo con la lotta armata! Contro il neogollismo portare l’attacco al cuore dello stato! Trasformare la crisi di regime in lotta armata per il comunismo! Organizzare il potere proletario!
Brigate Rosse
Aprile 1974
Avvertiamo poliziotti, carabinieri e sbirri vari che il loro comportamento può aggravare la posizione del prigioniero.
Fonte: Soccorso Rosso, Brigate Rosse, Feltrinelli, Milano 1976.
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