Bozza di Circolare campagna organizzazione (maggio-dicembre)

Per il partito comunista politico militare

Diamo avvio alla nostra terza campagna sull’organizzazione quando la crisi generale del capitalismo ha fatto compiere un grande salto alla tendenza alla guerra con la guerra imperialista e l’occupazione militare angloamericana dell’Iraq.

Tutti gli eventi che sono accaduti nell’ultimo periodo ci hanno mostrato un continuo acutizzarsi delle contraddizioni da quella di classe che vede la classe operaia impegnata a fondo nella lotta in difesa delle conquiste, del posto di lavoro e delle condizioni di vita, a quella tra imperialismo e nazioni oppresse che vede il confronto tra guerre imperialiste di conquista e guerre popolari di liberazione, a quelle interimperialiste che mostrano il campo imperialista diviso e contrapposto nella contesa della ripartizione del mondo.

Questo influisce significativamente sulle condizioni oggettive del processo rivoluzionario anche nel nostro paese.

Il governo Berlusconi è direttamente coinvolto e invia truppe in Iraq come ha già fatto in Afghanistan. Truppe inviate con il mandato di garantire l’ordine pubblico che vuol dire che partecipano alla guerra di aggressione imperialista con il compito di stabilizzare l’occupazione militare. In pratica si contrapporranno alla resistenza delle masse popolari irachene contro l’invasione.

Le truppe italiane inviate sono corpi di élite dei carabinieri, dei paracadutisti e dei bersaglieri, le migliori forze di intervento rapido dell’esercito italiano. Partono con il voto favorevole non solo della maggioranza governativa ma anche di buona parte dell’opposizione compresi riformisti e revisionisti (Margherita, Ulivo e DS). Il movimento contro la guerra si è sviluppato in maniera ampia con decine di manifestazioni e che ha espresso anche forme di azione radicale dovrà assumere il contenuto dell’opposizione all’occupazione militare dell’Iraq e schierarsi a fianco della guerra popolare prolungata di liberazione della dominazione imperialista che fin d’ora si va sviluppando in Iraq. In questo processo di trasformazione il movimento dovrà fare i conti con la direzione revisionista che, con il suo falso pacifismo, nasconde il carattere imperialista della guerra e le vere ragioni del suo sviluppo legato alla crisi generale del capitalismo. Le condizioni materiali di sviluppo della guerra con le sue nuove tappe (Siria o Iran) mostreranno sempre più chiaramente il disegno imperialista e di conseguenza indeboliranno sempre di più la posizione revisionista aprendo nuovi spazi per la posizione rivoluzionaria; la posizione che sostiene che la guerra si può fermare solo con la mobilitazione rivoluzionaria principalmente contro il proprio imperialismo, il servile imperialismo italiano che mendica qualche briciola dei superprofitti che si realizzeranno con l’occupazione.

Noi sappiamo che, per utilizzare quegli spazi che si vanno aprendo, e percorrere la via rivoluzionaria che le condizioni determinate dalla crisi e dalla guerra imperialista rendono possibile anche in paesi imperialisti come il nostro, dobbiamo costruire l’organizzazione in grado di promuovere l’organizzazione delle forze.

Dallo sviluppo delle condizioni oggettive che concorrono a determinare la situazione come situazione rivoluzionaria anche per il nostro paese emerge una spinta alla determinazione soggettiva da parte dei settori di avanguardia della classe operaia e delle masse popolari. Dobbiamo raccogliere questa spinta per un nuovo impulso a fare risoluti passi in avanti nel lavoro di costruzione del partito comunista nel nostro paese.

Le nostre stesse condizioni soggettive sono influenzate positivamente da questa spinta e registrano una fase di crescita. Una piccola crescita che ci permette di articolare meglio il nostro lavoro e ci pone di fronte nuovi problemi a cui dare una soluzione. Una piccola ma importante crescita sia sul piano quantitativo, con l’adesione di nuovi compagni e la presenza in nuove situazioni, sia dal punto di vista qualitativo con l’espressione di un livello operativo più elevato concretizzatosi in una iniziativa di propaganda armata. Una crescita che ha come riflesso una maggiore esposizione rispetto alle attenzioni degli apparati informativi della controrivoluzione preventiva. Attenzioni che da tempo già subiamo anche indipendentemente dallo sviluppo della nostra azione politica.

Abbiamo definito che siamo nella fase in cui la raccolta delle forze soggettive che si pongono l’obiettivo della ricostruzione del partito e che sono omogenee sulla strategia, sulla natura e sul carattere del partito da costruire si realizza con processi di fusione organizzativa. Oggi siamo nelle condizioni di poter avviare la prima esperienza in merito e dobbiamo risolvere il problema di costituire una direzione comune ed elaborare e sviluppare una linea organizzativa comune tra due forze soggettive che, dopo aver condotto un approfondito confronto politico, hanno deciso politicamente di fondersi.

Ad ogni linea politica deve corrispondere una linea organizzativa in grado di svilupparla ed ad ogni obiettivo politico un impianto organizzativo in grado di perseguirlo. Al di fuori di questa concezione vi è l’anarchismo o il dogmatismo, l’anarchismo di chi non si pone il problema o il dogmatismo di chi considera l’organizzazione una cosa che si materializza all’occorrenza.

Per questo vogliamo promuovere una campagna unitamente con la forza soggettiva amica sul tema dell’integrazione organizzativa. E proponiamo come obiettivo principale:

–          Promuovere la fusione costruendo una direzione unica del lavoro di costruzione del partito.

Nell’ambito di questa campagna vogliamo verificare la possibilità di costituire un gruppo dirigente che si assuma la responsabilità di condurre in porto il processo di fusione organizzativa dirigendo la campagna e pianificando la riorganizzazione delle forze come un’unica organizzazione che si pone nelle condizioni di poter perseguire ad un livello più avanzato l’obiettivo della ricostruzione del partito comunista.

Per quanto riguarda la nostra esperienza abbiamo una piccola organizzazione che si articola in strutture centrali di direzione e strutture locali di radicamento. Abbiamo definito che il lavoro di costruzione del partito va distinto dall’atto costitutivo e si concretizza oggi principalmente nella costruzione di organismi di partito nella forma di nuclei e che lo sviluppo di questo lavoro è necessario per creare le condizioni della costituzione formale del partito.

In merito al lavoro per nuclei abbiamo già alcune piccole esperienze da cui possiamo trarre insegnamenti per proseguire individuando e facendo tesoro degli errori e generalizzando i successi, portando avanti la parola d’ordine 10,100,1000 nuclei per la ricostruzione del partito.

Considerando la natura del partito che intendiamo costruire, che è necessariamente riflessa (nella forma della semi) negli organismi di partito che fin da ora stiamo costituendo, il limite principale che abbiamo riscontrato nelle esperienze organizzative da noi fin qui condotte è stata l’immaturità del nostro impianto logistico. È un limite che non ci permette di andare oltre ai livelli espressi complessivamente nel nostro lavoro sia sul piano della propaganda che sul piano operativo, sia sul piano della propaganda degli scritti (foglio) che su quello della propaganda tramite azioni. Per questo dobbiamo mettere al centro del lavoro di costruzione del nostro quadro, che è un quadro pm, la capacità di sviluppare lavoro logistico come dato essenziale per la natura del percorso che vogliamo realizzare. Sviluppare il settore logistico diventa quindi un compito essenziale per questa campagna. Senza una crescita su questo terreno il nostro percorso ne risulterà rallentato o si esporrà più del dovuto alla possibilità di essere represso.

Nello sviluppo del nostro lavoro abbiamo verificato che non sempre, nelle situazioni in cui abbiamo una presenza possiamo costituire nell’immediato un nucleo. Questo dato deve essere registrato e ci deve portare a considerare che allo stato attuale e probabilmente anche in futuro la nostra organizzazione sarà composta anche da militanti che non hanno una collocazione all’interno di nuclei perché nelle loro situazioni questo livello di organizzazione non è ancora realizzabile.

Dalle esperienze che abbiamo fin’ora condotto possiamo trarre l’insegnamento che dobbiamo raccogliere e dirigere il lavoro di questi compagni sul piano centrale promuovendo la loro collaborazione con le strutture centrali dell’organizzazione ponendoci così in grado di dirigere il loro lavoro sul piano locale con l’obiettivo principale di costruire il nucleo.

Pertanto consideriamo che questa campagna debba essere condotta su tutti e tre i livelli. Quello delle strutture centrali, quello delle strutture locali e quello dei singoli militanti che in quanto tali sono coordinati con il lavoro dell’organizzazione.

In merito ai contenuti da sviluppare per perseguire l’obiettivo principale e gli obiettivi locali che i diversi ambiti possono darsi proponiamo che per quanto riguarda le strutture centrali siano:

1) Discussione dello sviluppo congiunto della campagna. Relazione di valutazione generale delle rispettive esperienze organizzative, dibattito sulla bozza di circolare di produrre poi in forma definitiva, nomina del responsabile generale della campagna.

2) Elaborazione e sviluppo comune di una linea organizzativa. Definizione degli ambiti in cui si articola l’organizzazione. Definizione delle funzioni dei diversi ambiti. Divisione dei compiti all’interno degli ambiti, ecc…

3) Elaborazione dei piani di lavoro centrali per lo sviluppo del settore logistico. Logistica centrale per riunioni e lavoro redazionale del foglio. Operazioni di finanziamento.

4) Valutazione delle singole situazioni locali e delle loro possibilità di sviluppo organizzativo. Spostamento di quadri e accorpamenti.

5) Continuità nel lavoro di produzione e distribuzione del foglio di propaganda comune.

Per quanto riguarda le strutture locali siano:

1) Valutazione e riorganizzazione del proprio lavoro organizzativo. Revisione della divisione dei compiti.

2) Attuazione di seminari sul partito per la formazione e la cooptazione di quadri.

3) Elaborazione di piani di lavoro locali per lo sviluppo del settore logistico locale e contributo a quello centrale. Reperimento informazioni e piccole operazioni di finanziamento.

4) Diffusione del foglio comune di propaganda.

Per quanto riguarda i singoli militanti siano:

1) L’inchiesta sulle forze soggettive della zona.

2) Il reperimento di informazioni su disponibilità di tipo logistico e finanziamento.

3) Diffusione del foglio comune di propaganda.

 

N.B. La circolare nella sua forma definitiva è il testo di orientamento e il piano generale della campagna. Ogni organismo locale e i compagni singoli delle altre situazioni sono invitati a nominare un proprio responsabile della campagna, a formulare un proprio obiettivo principale e i contenuti attraverso i quali intende perseguirlo e comunicarlo al responsabile generale. Il piano va concepito come uno strumento per l’orientamento del lavoro. È particolarmente utile anche in sede di bilancio per valutare il lavoro svolto in rapporto a quanto pianificato.

 

Maggio 2003

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