“Noi, in quanto percorso di costruzione – dove la sigla PCP-M, più che un nome formale, è obiettivo sostanziale da raggiungere – all’interno dell’area rivoluzionaria, discendiamo da questi passaggi e cerchiamo di recuperarne il meglio, di rielaborarlo in forme adeguate per il presente”. (…) “E ripetiamo che questa sigla ha il suo significato in quanto esplicitazione di un obiettivo di fondo, da raggiungere. E cioè natura e carattere del Partito e della strategia. È soprattutto questione sostanziale, al di là della forma nominale che potrà assumere nel percorso futuro.”
(da “La rivoluzione è necessaria, è possibile”, documento dicembre 2008)
Questo è il senso preciso della sigla PCP-M. Che, evidentemente, non è mai esistito. L’Organizzazione vissuta era finalizzata anche a quell’obiettivo, verso quell’orizzonte. L’ultima tappa, quella CCPA, era semplicemente l’unità fra i militanti residui, senza alcun aggancio ad un conseguente sviluppo organizzativo esterno.
Siamo usciti dal CCPA. Il quale continua ad esistere, assicurato di una continuità formale (per quanto discutibile nella sostanza) rispetto al percorso politico!
Ma accampare diritti di proprietà (come nella pretesa dei nostri ex-compagni) rispetto ad una sigla, PCP-M, che invece è pura sostanza politico-ideologica, questo è veramente riflesso di una concezione che, da tempo, aveva corroso la realtà del Collettivo, creando le condizioni della rottura. Con, in ultimo, la formalizzazione da parte loro della rottura dei rapporti politici e personali.
Atti di arroganza, figli di un’impostazione dogmatica; ancor più stridenti nella misura in cui non corrispondono di certo ad una maggior coerenza politica e di percorso complessivo.
Basti guardare ai nostri profili militanti, alle storie di provenienza e dunque agli apporti politico-strategici degli uni e degli altri, fino all’assunzione dei processi.
Quanto alla presunta decisione di non utilizzare più la sigla PCP-M, è una falsità. Semplicemente si volle dare un segno preciso di discontinuità organizzativa (nella continuità politica). Il che non escludeva né la continuità della lotta politica per quell’obiettivo, né che noi o altri all’esterno la assumano come firma orientativa, finalistica. Cosa ancor più vera nel caso nostro, visto che non abbiamo alcuna ridicola velleità di riorganizzazione dal carcere. Anzi, saremmo ben felici se pure dei perfetti sconosciuti riprendessero in mano armi e progetto, sigla compresa, in modo conseguente!
E in superamento dei nostri limiti, dei gravi errori organizzativi da noi compiuti. Perché deve essere chiaro che si è trattato più di incapacità, inadeguatezza e incoerenze nel modo di applicare una linea ed un impianto strategico che invece, in quanto tali, sono sintesi di lunga rielaborazione e rimessa a punto, a seguito delle sconfitte degli anni Ottanta.
E anche su questo ci si contrapponeva nel Collettivo, gli altri manifestando chiusura ed incapacità ad affrontare un serio bilancio.
Anzi, tutto ciò oggi dovrebbe essere al centro del dibattito nelle ampie aree militanti. Perché questi sono i nodi da sciogliere per passare ad un livello adeguato allo scontro ed all’apertura di una prospettiva rivoluzionaria. Invece di soddisfarsi in facili unità, non impegnative, su terreni in cui è proprio la pressione della Controrivoluzione a spingerci, per mantenerci inoffensivi e marginali.
Anche la nostra sconfitta nel 2007 è stata utilizzata così per far arretrare su linee difensiviste e di ritorno al movimentismo. Ciò che ha avuto pure (ed ha) dei riflessi interni e di contorno alle nostre scadenze processuali.
Si tratta di ravvivare le vere questioni, e di assumerle con coerenza. Perciò continuiamo a porci come semplici militanti per il PCP-M, per cercare di contribuire, insieme a tutti coloro che vogliono applicarvisi seriamente, all’apertura di una prospettiva rivoluzionaria, nella costruzione dei suoi elementi costitutivi essenziali.
Ciò che appunto può riassumersi nell’orizzonte sostanziale di un PCP-M, al di là della sua futura denominazione formale.
Davanzo Alfredo, Sisi Vincenzo
Militanti per il PCP-M
Maggio 2012