La campagna per la sua liberazione ha acquisito forza ed estensione, sopratutto nei mesi scorsi quando infine l’obiettivo sembrava realizzabile. Ma, Georges in testa, non si è mai sottovalutato il nemico e la portata di questa lotta.
Il suo caso è diventato emblematico, simbolico, a più di un titolo. Si situa pienamente nella linea di scontro fra l’imperialismo e popoli oppressi, e in una fase di sua forte recrudescenza.
Ancor più, i percorsi e le battaglie di cui Georges è espressione si situano nel solco del più autentico antimperialismo, che può essere solo quello di classe, anticapitalista e internazionalista. Base su cui tutti i popoli oppressi ed il proletariato internazionale possono trovare il loro posto, la loro identità, la loro unità tendenziale e strategica.
Cosa ancor più vera con lo sprofondamento in questa crisi generale storica, che solleva ovunque movimenti di resistenza e rivolte contro un sistema che lega, indissolubilmente, lo sfruttamento capitalista alla sua dimensione mondiale, imperialista appunto.
Le attuali rivolte e movimenti dimostrano una nuova comprensione, e da parte di nuove generazioni, di questo nesso fondamentale: lo vediamo in particolare nel mondo arabo, dove finalmente ci si scrolla di dosso il patrocinio di forze reazionarie che ammantano di antimperialismo la loro concorrenza rispetto ai dominanti.
Cioè che, d’altronde, spesso le riporta a patti con loro e ad operare come vassalli locali (il caso eclatante degli sviluppi in Siria, Libia, Egitto…).
È invece proprio la strada dell’indipendenza autentica dei movimenti, e quindi la centralità dei contenuti di lotta contro sfruttamento e oppressione (di ogni colore), che può permettere loro di svilupparsi fin sul livello di una vera guerra di liberazione.
Perciò resta prezioso e vivo l’apporto storico di quelle Organizzazioni (come le FARL e l’FPLP) che hanno concretamente contribuito a questa prospettiva; apporto su cui si innestano le nuove insorgenze. E il loro Internazionalismo, coraggiosamente assunto, ha aperto e apre spazi e possibilità anche qui nei centri imperialisti, affinché il proletariato, travolto dalla crisi, ritrovi la propria via, la via rivoluzionaria.
Per questo sappiamo di dover essere molto riconoscenti ai Rivoluzionari/e del Tricontinente.
Con l’augurio che in un prossimo futuro il nostro contributo, il contributo del movimento di classe e rivoluzionario italiano (ancora oggi gravemente carente e inadeguato) possa essere all’altezza di una solidarietà militante con le punte avanzate internazionali e con i loro prigionieri/e.
Per ora, questo intervento è il nostro modo di aderire alle Giornate indette.
LIBERTÀ A GEORGES E A TUTTI/E PRIGIONIERI/E NEI CAMPI IMPERIALISTI!
LOTTARE INSIEME PER VINCERE INSIEME!
Carcere di Siano
giugno 2013
I militanti per il PC P-M Alfredo Davanzo e Vincenzo Sisi