Campagna Dozier – Comunicato N. 4

Compagni, proletari,
l’iniziativa delle Brigate Rosse, attaccando il punto più alto del sistema imperialista, la Nato, ha portato ad un livello superiore lo scontro di classe, ha reso più evidente lo scenario globale, il terreno politico  dello scontro frontale della guerra di classe. La guerra imperialista come scelta centrale su cui si adeguano le scelte complessive e specifiche della borghesia imperialista che le porta avanti in termini coscienti e con determinazione scientifica, separano sempre di più gli interessi delle masse da quelli della borghesia. Sempre più assume peso reale, come interesse delle masse la proposta rivoluzionaria della guerra civile per il Comunismo.
La crisi capitalistica genera la guerra imperialista. Solo la guerra civile antimperialista può affossare la guerra!!!
 Attaccare il proletariato, la sua capacità d’organizzazione, il suo Progetto politico con ogni mezzo è diventato il compito centrale della borghesia imperialista. Il governo usa il vestito militare, le quattro emergenze si sono riassunte in un’unica direttiva centrale: attaccare il proletariato con tutti i mezzi. Il C.I.I.S. come centro di comando integrato agli Usa ha assunto l’iniziativa: al parlamento sono stati riservati gli applausi, agli stupidi le interpellanze parlamentari. Perché la borghesia imperialista ha paura dei contenuti del Programma rivoluzionario e delle ragioni sociali della guerra di classe? Perché cerca con ogni mezzo di camuffare la proposta rivoluzionaria, ricorrendo all’uso scientifico dei mass-media? Mai come oggi la borghesia imperialista è cosciente che la guerriglia metropolitana è vicina ad un mutamento dei rapporti di forza: la conquista delle masse sul terreno della lotta armata, sul programma politico della transizione al Comunismo. E sa bene che questo è l’inizio della sua fine. La borghesia sa bene che non deve fare i conti solo con le Organizzazioni Comuniste Combattenti, ma con un processo di massa che sempre più assume caratteri globali, quelli della guerra civile sociale dispiegata.  Sa che deve fare i conti con un Fronte Combattente Antimperialista che ha come parola d’ordine centrale la guerra alla guerra imperialista. L’imperialismo appare sempre più come un “grattacielo di cartapesta” lacerato al suo interno da una crisi senza precedenti che, azzerando i suoi margini di manovra, lo fa contrarre su se stesso. Prova lampante è il progetto d’integrazione europea come blocco monolitico subordinato agli interessi degli Usa, che non riesce a trovare l’unanimismo neanche  su una questione come quella polacca, nel tentativo di ripristinare fino a livello di massa la fedeltà all’occidente, cioè il nuovo patriottismo dell’epoca moderna. Ma anche su questo problema sia la Germania che la Francia presentano differenziazioni marcate, anche se all’interno del contesto dell’alleanza occidentale. Oltretutto in Europa si è sviluppato un massiccio movimento antimperialista per la costruzione di un nuovo Internazionalismo proletario, per combattere insieme ed uniti per vincere con tutti i comunisti e con tutti i popoli che combattono contro l’imperialismo. Riteniamo essenziale assumere come asse centrale dello sviluppo rivoluzionario della lotta antimperialistica il Fronte combattente antimperialista, esso corrisponde alla fase della maturità dello scontro di classe ai livelli di coscienza raggiunti da tutto il proletariato. Il contenuto politico più importante di questa fase di scontro è tutto racchiuso nell’enorme ripresa del dibattito, della lotta e del combattimento proletario animato da un elemento di portata strategica: la volontà e la spinta all’unità del movimento rivoluzionario contro l’imperialismo. 
Contro la violenza del progetto proletario, contro la ricchezza e la vitalità delle lotte, si scaglia con tutta la sua violenza l’apparato della controrivoluzione di questo regime in agonia. Accanto ai mitra dei Cc si muove tutto il sistema che a livello di propaganda, informazione, manipolazione di coscienza, pianifica, gestisce e legittima i piani di annientamento antiproletari. Il sistema imperialista delle multinazionali vuole ghettizzare e compartimentare le questioni sociali, le lotte del proletariato metropolitano per impedire la comunicazione sociale proletaria e rivoluzionaria.
Compagni, proletari, 
 la borghesia imperialista attiva tutti i suoi mezzi di informazione per dare sostegno e legittimità all’attacco che porta contro le lotte, il bisogno del proletariato metropolitano e contro la sua avanguardia politico-militare; se il tentativo è quello di distruggere i canali di comunicazione tra le masse cercando di riprodurre l’ideologia della classe dominante dentro il proletariato; se il problema non è solo quello di manipolare l’informazione ma soprattutto quello nazista di estorcere, anche passivamente, una sorta di legittimazione proletaria alla inevitabilità della guerra imperialista, compito del sistema del Potere proletario armato è far vivere il livello di distruzione possibile dei canali della comunicazione sociale capitalistica, in quanto caratteristica predominante, nella congiuntura, della gestione, penetrazione dentro le masse del progetto controrivoluzionario e della necessità della borghesia imperialista di imporre ed estendere il suo dominio.
  Per il Proletariato e per il nascente sistema del Potere proletario armato non si tratta solo di smascherare i piani della borghesia, non si tratta più solo di controinformare rispetto alla manipolazione imperialista delle notizie, si tratta invece di disarticolare tutti i presupposti e gli strumenti su cui si regge la preparazione della guerra imperialista, si tratta di costruire la comunicazione sociale proletaria e rivoluzionaria. E’ evidente che l’attenzione proletaria e rivoluzionaria si rivolge ai propri interessi e crea unità e lotte, per questo da molti mesi gli organi di informazione capitalista tacciono su ciò che ben sanno: le torture e i massacri subiti dai proletari prigionieri nel kampo di Pianosa che si protraggono da mesi, e a Nuoro recentemente durante le lotte, e contemporaneamente la sperimentazione a Cuneo della strategia di annientamento dei proletari prigionieri e dei comunisti, e quello che accadono ai proletari e ai rivoluzionari quando cadono nelle mani della Ps e dei Cc: torturati, sequestrati per mesi e tenuti nascosti in luoghi segreti.
  I problemi, le difficoltà, anche gli errori del processo rivoluzionario sono tutti interni al terreno di confronto, di battaglia politica tra rivoluzionari. Non permetteremo che la borghesia utilizzi e stravolga questi problemi per costruire i “mostri da sbattere in prima pagina”, per costruire spaccature e lacerazioni, per legittimare, senza neanche avere il coraggio di gestirle apertamente, le pratiche argentine della tortura, dei sequestri e dei massacri. Il sorrisetto sprezzante per la vita dei militanti comunisti combattenti catturati, dei giornalisti democratici così malcelato nelle conferenze stampa, lo saprà spegnere il movimento rivoluzionario con l’unico mezzo che sono ormai in grado di capire: il piombo! Invece di sorridere stupidamente dovrebbero sorridere sulla sorte che è già toccata al torturatore Simone, grande esperto in controguerriglia armata e psicologica: è certo che lui non sorriderà più!!!
Compagni,
questi ultimi anni di dura lotta, di vittorie e anche di sconfitte, hanno messo in luce che la sua forza la borghesia la trova nelle incertezze, negli errori, nelle divisioni del fronte proletario. La rinnovata capacità offensiva del movimento rivoluzionario, la rinnovata volontà al confronto e all’unità trovano oggi le condizioni di realizzazione dentro l’unità più vasta che si sta concretizzando tra l’avanguardia comunista e tutto il movimento proletario. Trasformare il movimento antagonista proletario e le lotte per i bisogni politici ed immediati che hanno in sé tutti i contenuti della transizione al comunismo, in movimento rivoluzionario per la distruzione di questo regime e per la costruzione della società senza classi, è l’unica possibilità reale per la costruzione dell’unità di tutto il proletario nel sistema del potere rosso: il partito comunista combattente e gli organismi di massa rivoluzionari.
 Per questo, per le necessità imposte dallo scontro, non è più sufficiente avere come obiettivo l’unità sui singoli punti del programma rivoluzionario. Solo approfondendo il confronto sul bisogno politico oggi fondamentale per tutto il proletario metropolitano, la costruzione cioè di un sistema di potere, l’unico capace di imporre un programma rivoluzionario, che si dà possibilità di attaccare il progetto politico, economico, militare ed ideologico della borghesia imperialista in questa congiuntura e la conquista dei bisogni politici e materiali della classe,  dentro l’unica strategia possibile: la guerra civile antimperialista.
 Questa oggi non è un’utopia ma realtà viva ed operante nel dibattito e nelle lotte di tutto il proletariato metropolitano, non è un bel sogno ma progetto scientificamente costruito che, nella lotta alle barbarie dell’ordine imperialista, ai limiti imposti dalla legge del profitto, costruisce il nostro futuro. L’offensiva delle forze rivoluzionarie contro i centri nevralgici del progetto nemico, dal processo alla Nato contro la cattura del nemico porco yankee Dozier, all’attacco al carcere imperialista con la liberazione delle compagne dal carcere di Rovigo, dagli attacchi armati alle strutture che rappresentano il dominio della borghesia imperialista in Italia, alle lotte in fabbrica, nei ghetti urbani, nelle carceri, al rafforzamento dei canali e degli strumenti del dibattito e della comunicazione delle lotte e del sapere rivoluzionario: sono oggi gli elementi materiali da cui partire per la realizzazione dell’unità rivoluzionaria.
 Questo è il compito dei rivoluzionari in questa congiuntura: confronto serrato e battaglia politica per la sconfitta dentro al movimento rivoluzionario delle linee sbagliate: il frazionismo, il soggettivismo, l’economicismo… Queste tendenze che già tanti danni hanno prodotto nel movimento rivoluzionario oggi, in questa fase decisiva dello scontro, sono la via più facile per arrivare alla nostra sconfitta. L’obiettivo centrale della battaglia politica è la costruzione della linea giusta perché oggi questa è la posta in gioco: l’arretramento o la vittoria del processo rivoluzionario. Le fughe in avanti, gli appelli formali, l’unanimismo di facciata nascondono il problema vero da affrontare: l’unità nella chiarezza sul programma politico rivoluzionario per questa fase di scontro.
 Costruire il fronte combattente antimperialista! Combattere insieme ed uniti per vincere con tutti i comunisti e con tutti i popoli che lottano contro l’imperialismo!
Costruire gli organismi di massa rivoluzionari!
 Costruire il partito comunista combattente!
 Il carcere imperialista è il laboratorio centrale dell’annientamento dell’antagonismo di classe.
 La strategia della differenziazione è la filosofia che informa le politiche imperialiste in tutte le regioni della formazione economico sociale. La differenziazione ancora prima che come carattere proprio della politica carceraria, si definisce come strategia politica centrale dell’imperialismo, e questo al di là e indipendentemente dalle forme specifiche che può rivestire e che sono diversificate a seconda della fase e della congiuntura. Tali forme pur essendo estremamente variegate sono attraversate e percorse da un’unica sostanza: l’annientamento del processo di ricomposizione politica del proletariato metropolitano. E’ a partire dalla consapevolezza della natura ineliminabile delle contraddizioni di classe che l’imperialismo si muove. Il suo obiettivo strategico è l’annientamento dell’identità di classe, significa impedire che i diversi strati di classe che compongono il proletariato metropolitano e le lotte da essi sviluppate si ricompongano all’interno di un’unica strategia per il potere. La strategia differenziata nel carcerario assume la forma di un processo di ristrutturazione continua, finalizzato non solo a contenere e reprimere le lotte, ma risponde a due esigenze fondamentali dello stato imperialista delle multinazionali: colpire il movimento rivoluzionario e predisporre secondo una precisa linea strategica gli strumenti per sconfiggere la guerra civile antimperialista sul nascere. Il carcere imperialista, nel disegno strategico della borghesia imperialista, deve rispondere a molti compiti: la regolamentazione di grandi masse proletarie, l’annientamento scientifico e selettivo delle avanguardie comuniste, la diffusione di una immagine di terrore ed onnipotenza, lo studio e la raccolta di dati sulla guerriglia, come in un laboratorio affidato ai nuovi “cervelloni” della controrivoluzione e dell’annientamento proletario. Su questi argomenti è stato teorizzato e costruito tutto il circuito della differenziazione che oggi con i nuovi provvedimenti “ultrasegreti” la borghesia si prepara ad estendere: come se la volontà di annientare e massacrare il proletariato prigioniero potesse essere un segreto per qualcuno.
 L’attuale livello di applicazione di questo progetto rappresenta un grosso passo in avanti nell’omogeneizzazione delle pratiche controrivoluzionarie a livello europeo. La prospettiva della risoluzione dell’attuali contraddizioni fra i due blocchi, mediante la guerra imperialista, obbliga ogni singolo stato ad accelerare le tappe della pacificazione sul fronte interno, cioè lo obbliga a perseguire con ogni mezzo l’annientamento  di ogni forma di antagonismo che il proletariato metropolitano esprime.
 Smantellare il circuito della differenziazione!
 Liberare il proletariato prigioniero!
Guerra alla strategia differenziata e alla regolamentazione dell’annientamento!
 Chiudere con ogni mezzo le sezioni di lungo controllo!
 Guerra alla guerra imperialista! Guerra alla Nato! Guerra alla controrivoluzione preventiva!
 Guerra all’attuazione del progetto di espulsione della forza lavoro!
 Guerra alla nuova organizzazione del lavoro!
 Guerra alla ridefinizione – governo ferreo del mercato del lavoro!!!
 Guerra al piano di compressione differenziata dei costi della riproduzione sociale!!!

Per il Comunismo.
Brigate Rosse per la costruzione del P.C.C.

16/01/82

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