Nel 1977, militanti dell’area anarco-libertaria, prendendo atto dei “caratteri di forza” espressi in particolare del Movimento del ’77 e facendo riferimento alle elaborazioni culturali del situazionismo e della Rote Armee Fraktion (RAF), danno vita all’organizzazione armata Azione Rivoluzionaria.
Le tesi politiche generali di questo raggruppamento sono esposte in “Primo documento teorico”, gennaio 1978.
L’impostazione organizzativa fondante di Azione Rivoluzionaria è quella dei “gruppi di affinità”: “dove i legami tradizionali sono rimpiazzati da rapporti profondamente simpatetici, contraddistinti da un massimo di intimità, conoscenza, fiducia reciproca fra i loro membri”.
In tale impostazione s’inquadra anche la costituzione di “gruppi d’affinità femministi”, con una propria produzione teorica ed una propria autonomia operativa.
Uno dei primi interventi di Azione Rivoluzionaria è il ferimento del medico del carcere di Pisa, Alberto Mammoli (Pisa 30-3-77).
Il documento di rivendicazione fa riferimento alla morte dell’anarchico Franco Serantini (Pisa 5-5-72) a seguito delle percosse subite in Questura al momento dell’arresto e non curate dai dirigenti sanitari del carcere.
Tra marzo e settembre del 1977 Azione Rivoluzionaria sviluppa la sua presenza in Lombardia, Piemonte, Toscana e Liguria.
Con un ordigno esplosivo contro la sede torinese del quotidiano «La Stampa» (17-9-77) ed il ferimento intenzionale di Nino Ferrero, giornalista del quotidiano «l’Unità» (18 9-77), Azione Rivoluzionaria dà avvio ad una campagna nazionale contro “le tecniche di manipolazione finalizzate al consenso” messe in atto dai grandi media.
In particolare il quotidiano «La Stampa» viene colpito per la gestione che ha fatto delle notizie relative alla morte, avvenuta a Torino il 4 agosto 1977, di Aldo Marin Pinones ed Attilio Di Napoli, due militanti dell’organizzazione.
Questa campagna prosegue nel 1978 con l’attentato agli uffici amministrativi del «Corriere della Sera» (Milano 24-2-78) e alla redazione di Aosta della «Gazzetta del Popolo» (Aosta 29-7-78).
Il 19 ottobre 1977, a Livorno, un gruppo di Azione Rivoluzionaria tenta di sequestrare l’armatore Tito Neri. Il sequestro fallisce e i militanti vengono arrestati.
Nell’aprile del 1978 Azione Rivoluzionaria fa la sua comparsa anche a Roma, collocando tre ordigni esplosivi contro la sede del Banco di Roma, il concessionario della Ferrari e un autosalone di via Togliatti.
Nel giugno del 1978 Azione Rivoluzionaria firma, ad Aosta, un attentato contro la sede della Democrazia Cristiana. Nella rivendicazione essa chiede che venga “revocato il permesso concesso al Movimento Sociale Italiano di continuare a parlare nella piazza di Aosta” (18 e 19-6-78).
Le tesi generali di Azione Rivoluzionaria vengono ampiamente esposte nel documento “Appunti per una discussione interna ed esterna”, redatto nell’estate del 1978.
Al processo che si tiene a Livorno fra il giugno del 1979 ed il luglio del 1981 alcuni militanti di Azione Rivoluzionaria presentano un documento in cui viene ufficialmente annunciato l’autodissolvimento della loro organizzazione.
Il 4 ottobre 1979, nel corso di un processo che si svolge a Torino, alcuni militanti dell’organizzazione ricordano in un documento Salvatore Cinieri, ucciso nel carcere di Torino da un detenuto comune il 27 del mese precedente.
L’11 aprile 1981, muore di tumore a Vignola, Gianfranco Faina, mentre sta scontando la pena inflittagli per appartenenza ad Azione Rivoluzionaria.
Sciolta Azione Rivoluzionaria, alcuni militanti confluiscono in Prima Linea (Pl).
Per l’attività di Azione Rivoluzionaria sono state inquisite 88 persone.
Scheda tratta da: Progetto memoria, La mappa perduta, Sensibili alle foglie, Roma 1994.
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