Il 20 e il 21 di aprile si è tenuto presso il tribunale di Ivrea il processo contro tredici compagni, accusati tra l’altro di adunata sediziosa, resistenza, lesioni e armi improprie.
Questo processo, che si sta trascinando da vari anni, vorrebbe chiudere i conti con la manifestazione in solidarietà con Edoardo Massari del dicembre ’93. Ricordiamo che in quel periodo Edoardo stava scontando una lunghissima carcerazione preventiva, accusato di voler costruire un ordigno. A poche centinaia di metri dalla partenza, il corteo venne imprudentemente caricato per ordine dell’allora vice-questore di Ivrea Celia. Imprudentemente, perché nella bagarre non furono pochi i poliziotti ed i vigili urbani che si fecero qualche discreta ammaccatura.
Dopo circa nove mesi dall’ultima udienza gli avvocati hanno presentato una serie di eccezioni procedurali abbastanza consistenti; tutte queste, però, sono state respinte. Evidentemente, in un’aria pesantissima, questo processo si doveva chiudere al più presto, e così è stato. Due compagni sono stati condannati a due mesi, altri due a nove, tutti gli altri a dieci mesi. In ogni caso si tratta del primo grado di giudizio e ci sono ampi motivi d’appello.
Già dalla settimana precedente il tribunale era attentamente sorvegliato, gli alberi e le aiuole adiacenti tagliati per “timore di attentati”. Durante i due giorni la via del tribunale è stata chiusa al traffico e presidiata da un’ottantina di agenti in divisa – tra poliziotti, celerini, carabinieri e guardie carcerarie – e di funzionari della Digos delle città limitrofe.
È stato annunciato che ancora nelle prossime settimane la zona del tribunale verrà sorvegliata per “timore di atti dimostrativi”.
25 Aprile ’98
El Paso occupato
Né centro né sociale né squat