Alla metà degli anni Ottanta i rifugiati politici italiani a Parigi sono qualche centinaio. C’è chi va in esilio per evitare il carcere e cambiare vita, chi cerca un po’ di respiro per riorganizzarsi. Wilma arriva a Parigi nell’85, ricercata dopo l’arresto dell’ex marito.
Dalla fine degli anni Settanta partecipa all’attività di gruppi che effettuano azioni illegali sui temi della casa, del lavoro. Ma fa anche attività legale a Primavalle, la ex borgata romana in cui si è trasferita dopo l’infanzia trascorsa nel popolare rione di Testaccio. Ha un lavoro precario. Nell’Ottantatre si avvicina a un gruppo di compagni che si sono allontanati dalle Brigate rosse per divergenze sulla ritirata strategica.
Wilma è nelle battaglie del movimento contro la guerra, nelle lotte operaie. Con i Consigli di fabbrica autoconvocati per la difesa della scala mobile. La sua vita intreccia l’attività clandestina con quella legale. Eppure non rinuncia a momenti di normalità. L’amore, il fratello più piccolo. La comune passione per la Roma.
Nell’aprile 1985, quando i compagni a cui si è avvicinata vengono arrestati, decide di andare via. Viene accolta dai militanti della Seconda posizione. La divisione nelle Brigate rosse si è consumata l’anno prima. Nell’ottobre Wilma è tra i fondatori dell’Unione dei Comunisti Combattenti. Che intende basarsi sull’esperienza delle Br e sul marxismo leninismo, per giungere a una teoria e una pratica rivoluzionarie adeguate alla situazione.
La prima azione è programmata per il 21 febbraio 1986 a Roma. Il ferimento di Antonio Da Empoli, neodirettore del Dipartimento degli Affari economici e sociali della presidenza del Consiglio, collaboratore di Craxi. Un incarico importante ma nell’ombra.
Da Empoli viene ferito in modo non grave. L’autista è un poliziotto, apre il fuoco. Roberta avanza, spara per coprire la fuga dei compagni. Ma subito le gambe perdono forza. Crolla a terra, ferita. Con una guancia poggiata sul marciapiede.
Wilma Monaco – Roberta
Roma, 28 ottobre 1958 – 21 febbraio 1986
Militante dell’Unione dei comunisti combattenti (Udcc), nata da una scissione delle Brigate rosse, viene uccisa durante un’azione.