Oggi è caduta combattendo Margherita Cagol – Mara – dirigente comunista e membro del Comitato esecutivo delle Brigate Rosse.
È il 5 giugno 1975. La notizia sconvolge gli ambienti piccolo borghesi trentini. La giovane di buona famiglia e di saldi principi cattolici… Che ama sci, tennis, chitarra classica… L’avrà fatto per amore… Renato Curcio, l’uomo di Margherita, non è uno qualunque.
Insieme hanno frequentato la facoltà di Scienze sociali, a Trento, dove Margherita si laurea a pieni voti nel Sessantanove. Insieme hanno iniziato la militanza politica. Vanno a vivere a Milano.
Margherita scrive alla madre: Questa società… ha estremo bisogno di essere trasformata da un profondo processo rivoluzionario… Tutto ciò che è possibile fare per combattere questo sistema è dovere farlo, perché questo credo sia il senso profondo della nostra vita… La vita è una cosa troppo importante per spenderla male.
Nell’ottobre 1970 nasce la Brigata rossa. Al singolare. Azioni dimostrative. Fuoco alle macchine dei capi aziendali. Poi i primi sequestri lampo di industriali. Nel 1972 Margherita e Renato scelgono la clandestinità e si trasferiscono a Torino. Presto si rendono conto che è necessario andare oltre la fabbrica. Bisogna colpire il potere politico.
Brigate Rosse. Portare l’attacco al cuore dello Stato. Trasformare la crisi di regime in lotta armata per il comunismo. Nell’aprile 1974 viene sequestrato il giudice Mario Sossi. La richiesta dei brigatisti, di liberare alcuni prigionieri politici, è bloccata all’ultimo minuto. Per i rapitori è comunque una vittoria. Sossi torna libero.
L’8 settembre Renato viene arrestato con Alberto Franceschini. Mara non si perde d’animo. Nel febbraio 1975 guida l’evasione di Renato dal carcere di Casale Monferrato.
Il 4 giugno il sequestro dell’industriale Gancia fila liscio. Ma la mattina dopo Margherita e il compagno che è con lei alla Cascina Spiotta si accorgono troppo tardi dell’arrivo dei carabinieri. A colpi di arma da fuoco si aprono un varco. Vengono bloccati. L’uomo scompare fra i cespugli. Mara si arrende. È inginocchiata sul prato con le braccia alzate, lievemente ferita, quando un colpo sparato a bruciapelo la uccide. I brigatisti denunciano l’esecuzione a freddo. L’autopsia conferma.
Margherita Cagol – Mara
Sardagna di Trento, 8 aprile 1945 – Arzello d’Acqui (Al), 5 giugno 1975
Militante delle Brigate rosse viene uccisa da un carabiniere nel corso di un sequestro per autofinanziamento.